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Presi Nella Morsa – Recensione Film

Recensione Film: Presi Nella Morsa
Regia: Max Ophüls
Interpreti: Barbara Bel Geddes, Robert Ryan, James Mason, Frank Ferguson, Curt Bois, Natalie Schafer
Genere: Drammatico, Romantico
Anno: 1949
Immagine Di Copertina Del Post: Nawalescape

Salve a tutti e bentornati in questo mio piccolo angolo di web!

Oggi nuova recensione di un noir molto piacevole: Presi Nella Morsa. Non è il miglior film che abbia visto in questo ambito e neppure uno dei migliori film che abbia visto in vita mia ma sicuramente è una pellicola molto piacevole. Carino carino, perfetto per una serata da passare vedendo qualcosa di non particolarmente impegnativo.

Leonora è una giovane ragazza che vive in povertà con la coinquilina e amica Dorothy. Nel tempo libero le due ragazze sognano di essere ricche, e per Leonora il sogno sembra realizzarsi quando Smith Ohlrig, milionario di cui si è innamorata, la chiede in sposa. Tuttavia lui l’ha sposata per dispetto nei confronti del suo psichiatra, nella realtà non la ama ed ha anche problemi con la gestione della rabbia. La giovane risente della mancanza d’amore e decide di riprendere in mano la sua vita. Scappa e trova lavoro presso uno studio medico condiviso come segretaria. Qui incontra Larry Quinada, pediatra della povera gente, con cui si accende nuovamente la scintilla. Riusciranno i due a mettersi insieme oppure soccomberanno all’ira del marito di lei?

Presi Nella Morsa è un film che è stato girato verso l’inizio dell’abbandono del Production Code e la cosa si sente. Pur essendo una pellicola piacevole, chiaramente senza troppe pretese, coglie comunque l’occasione di dire la sua in merito a determinati argomenti. Tra questo il primo e il più centrale è quello della ricerca della ricchezza. Il film si scaglia contro quelle persone che negli altri vedono solo un potenziale economico. Se è vero che Leonora ha sposato Smith Ohlrig per amore, verso la fine del film è chiaro che alla parte economica comunque ci pensa (nonostante abbia provato su sé stessa le conseguenze di un matrimonio senza amore).

In questo il film è irremovibile e chiaramente schierato. Un po’ troppo, forse? Può darsi, ma i film dell’epoca lo facevano spesso quando volevano far passare un messaggio in modo semplice e inequivocabile. Personalmente è una cosa che non ho mai amato dell’epoca classica di Hollywood perché spesso le sfumature si perdevano nel mezzo ma glielo passo per due motivi: uno, era una cosa tipica di un’epoca molto diversa dalla nostra e due questo film utilizza questo mezzo anche per scardinare un po’ il Production Code e avvicinarsi al nuovo decennio che vedrà un’ulteriore emancipazione del mondo femminile.

Il film, infatti, è netto anche su questo. Una donna deve avere la sua indipendenza economica, deve avere un lavoro e deve saper prendere in mano la propria vita. La relazione romantica, per quanto bella, è una cosa che non può e non deve sostituire l’indipendenza. In questo senso Leonora è un’ottimo personaggio. Volutamente differente (vestita spesso in modo più moderno e dai modi meno femminili in alcuni momenti) capisce che se vuole essere felice dovrà fare da sola. Così pianta il marito iroso, scappa e si rimbocca le maniche per trovare un lavoro. Non ha esperienza, non sa nemmeno battere a macchina ma si impegna e migliora fino a diventare decisamente brava.

Poi c’è anche il lato veramente romantico con il dottor Larry Quinada. Un’amore vero, dove i due si sostengono e nessuno dei due cerca di minare l’indipendenza e la libertà dell’altro. La questione della ricchezza, però, rischia di dividere i due verso la fine quando Leonora pensando al figlio che porta in grembo è indecisa tra seguire il suo amore o tornare dal marito e assicurare al bambino una stabilità economica. E qui che il tema del denaro e dei beni materiali ritorna e si fa più sfaccettato. Perché in realtà Leonora è preoccupata per suo figlio e non per sé stessa. Da qui in poi riprende piede la parte noir e ci avviciniamo al finale che si certe tematiche era piuttosto avanti per la sua epoca e ci dimostra ancora una volta come il Production Code stesse già passando in secondo piano.

In sostanza quindi un buon film, molto carino e piacevole. Non sempre riesce al meglio nel suo intento ma le buone intenzioni c’erano. Certo, non si vive di intenzioni però è uno dei film girati prima del 1950 che esplora le sue tematiche cercando di cambiare punto di vista e quindi gli si può perdonare qualche ingenuità. Un vero peccato che sia passato in secondo piano perché pur non essendo eccelso rispecchia comunque il passaggio in cui il cinema di quel periodo aveva deciso di avventurarsi.

Bene, anche questo post è finito e io sono curiosissima di sapere cosa ne pensate voi. Avete visto Presi Nella Morsa? Lo vedrete? Fatemelo sapere nei commenti! Come sempre vi ringrazio per il tempo che avete dedicato alle mie parole.

Al prossimo post!

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