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Charlie – Anche I Cani Vanno In Paradiso: Recensione

Recensione Film D’Animazione: Charlie – Anche I Cani Vanno In Paradiso
Regia: Don Bluth
Genere: Animazione
Anno: 1989

Salve a tutti e bentornati in questo mio piccolo angolo di web!

Oggi parliamo di un film d’animazione che per me è stato una vera e propria rivelazione ovvero Charlie – Anche I Cani Vanno In Paradiso che secondo me molto sottovalutato e che purtroppo sono riuscita a trovare solo in una versione DVD non restaurata. Si tratta di un’opera veramente stupenda, profonda e decisamente innovativa adatta a tutte le età.

Charlie è un cane di strada che gestisce una bisca clandestina. Un giorno però risce ad inimicarsi il perfido socio Carface che lo uccide in un imboscata. Charlie arrivato in paradiso non ne vuole sapere di restare morto e scopre che ogni vita è legata ad un orologio che si trova proprio in paradiso. Nonostante gli avvertimenti Charlie lo riattiva e torna sulla terra per vendicarsi di Carface. Nuovamente in vita scopre insieme all’amico Itchy che Carface nasconde una bambina che sa parlare con gli animali, l’orfanella Anne-Marie. I due la ‘salvano’ e la convincono ad aiutarli nelle scommesse alla corse, dicendole che doneranno tutto il ricavato ai poveri e che la aiuteranno a trovare una famiglia. Ovviamente Charlie ha interessi puramente legati al denaro ma…

Charlie – Anche I Cani Vanno In Paradiso è uno di quei film d’animazione che sono ingiustamente passati in secondo piano. Infatti sia le tematiche, gli intrecci e la grafica non hanno nulla da invidiare ai migliori film Disney. Anzi, non nascondo che per molti versi questo cartone propone personaggi e situazioni persino migliori e più profonde. Il protagonista, infatti, è un personaggio ‘grigio’, né completamente buono ma neppure completamente cattivo. La sua vita, certo, è legata ad affari loschi ma solo perché i cani di strada – i cosiddetti ”bastardi” – non hanno altro modo per sopravvivere. Questo però non toglie che Charlie sia comunque una persona – pardon un cane – leale e in grado di voler bene senza condizioni.

Il suo personaggio diventa poi ancor più profondo perché non ha un percorso lineare. Il suo lento cambiamento infatti non solo non è repentino, ma è anche molto difficile e lo mette in situazioni dure da gestire. Il rapporto del trio Anne-Mari-Charlie-Itchy è complesso proprio perché Charlie si ritrova preso nel mezzo. Da un lato infatti non vuole deludere l’amico di una vita – molto concentrato sugli affari e forse anche un po’ geloso dell’amicizia con la bambina – ma nello stesso tempo non vuole deludere neppure Anne-Marie che crede fermamente nel suo grande cuore.

Il problema di Charlie è quindi il fatto che tutti si aspettano qualcosa da lui, compreso lo spettatore che vuole che faccia la cosa giusta. Ci troviamo quindi davanti ad una situazione decisamente molto umana, uno di quei momenti in cui ci siamo trovati tutti almeno una volta nella vita. A costruire questa parte profondissima sono proprio Itchy e Anne-Marie che in modo diverso – e più o meno sano – esercitano la loro influenza su Charlie e alla fine lo mettono nella condizione di fare ciò che veramente ritiene giusto. E questo ovviamente anche grazie al fatto che sono entrambi personaggi particolari. Da un lato infatti abbiamo Anne-Marie, dolce e affettuosa ma anche molto ferma sulle sue posizioni, e dall’altro Itchy, anche lui un personaggio grigio come l’amico.

C’è poi tutta la bellissima parte dedicata al tema della solitudine. Se c’è infatti qualcosa che accomuna questi tre personaggi è proprio la solitudine e il modo in cui la vivono. I due cani infatti pensano di essere destinati a restare soli per sempre mentre la bambina è fermamente decisa a trovare una famiglia che la accolga. I personaggi quindi si muovono in modo diverso, con Anne-Marie che si dà da fare per cercare due genitori e per aiutare i poveri, mentre Itchy e Charlie sono rassegnati e l’unica cosa che sperando è di riuscire ad aprire un nuovo locale clandestino per fare soldi.

La storia quindi si spinge molto oltre rispetto ai film Disney presentando protagonisti insoliti per un cartone animato: si tratta infatti di veri reietti della società. In loro c’è ben poco di idealizzato e in particolare Charlie sembra proprio un vero buzzurro. Ne ha i modi, le idee, gli atteggiamenti e anche le aspettative (ovviamente bassissime). E sotto questo punto di vista Carface è un villain eccezionale, veramente spietato, un vero e proprio gangster (la storia si svolge negli anni cinquanta). Non per niente si chiama Carface… aggiungeteci una S e di diventa Scarface!

La parte migliore però è il finale, decisamente fuori dagli schemi e anche lui in qualche modo ‘grigio’. Non si può dire infatti che il film sia finito male, ma sicuramente non abbiamo il lieto fine per eccellenza (i lacrimoni sono assicurati). Nello stesso tempo, però, lo spettatore ha la sensazione che ci sia ancora una speranza per tutti… anche per i cattivi.

In sostanza Charlie – Anche I Cani Vanno In Paradiso è una chicca dell’animazione che bisognerebbe vedere e che avrebbe meritato più fortuna. Un piccolo capolavoro di intreccio e personaggi che vi farà versare fiumi e fiumi di lacrime restando impresso nei vostri cuori.

Bene, la recensione è finita e io sono curiosissima di sapere cosa ne pensate voi! Avete visto Charlie – Anche I Cani Vanno In Paradiso? Lo vedrete? Fatemelo sapere nei commenti! Come sempre vi ringrazio per il tempo che avete dedicato alle mie parole.

Al prossimo post!

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vinx
vinx
1 anno fa

mi hai fatto venire voglia di vederlo 😉

FILIPPO PEGORINI
10 mesi fa

wow sei bravissima, l’ho già visto è bellissimo?

FILIPPO PEGORINI
10 mesi fa

a

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