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Caffè Society – Recensione Film

Recensione Film: Caffè Society
Regia: Woody Allen
Interpreti: Jeannie Berlin, Steve Carell, Jesse Eisenberg, Blake Lively, Parker Posey, Kristen Stewart, Corey Stoll, Ken Stott, Anna Camp, Stephen Kunken, Sari Lennick, Paul Schneider
Genere: Drammatico
Anno: 2016

Salve a tutti e bentornati in questo mio piccolo angolo di web!

Oggi parliamo di un’altro film di Woody Allen, Caffé Society. Si tratta di una storia particolare e amara che mi ha particolarmente colpita. Una critica aperta al mondo sfavillante di Hollywood degli anni 50 ma anche un’affondo verso l’ipocrisia delle persone e i danni che può fare.

Bobby Dorfman è l’ultimo figlio di una numerosa famiglia ebrea. Desideroso di lavorare nel mondo del cinema parte per Hollywood in cerca di fortuna e nella speranza di ottenere un posto alle dipendenze di suo zio. Arrivato a destinazione lo zio lo fa entrare nel mondo di Hollywood e lo presenta a grandi celebrità. Il ragazzo però rimane affascinato da Vonnie, una ragazza semplice e apparentemente alla mano. I due progettano una vita insieme a New York ma nella realtà lei è già fidanzata. Il nome dello spasimante sarà un duro colpo per Bobby, una cosa che cambierà per sempre la sua vita.

Come dicevo Caffè Society è un film incentrato sull’ipocrisia e sugli errori irrimediabili. Inizialmente si presenta come una commedia, una storia divertente e ironica sulla situazione hollywoodiana degli anni ’50. Un cliché visto e stra visto ed ecco che invece la storia prende una piega inaspettata e si trasforma in un amaro e triste racconto dedicato alle scelte sbagliate dei due protagonisti e al loro triste destino. Vonnie e Bobby infatti sono due giovani ingenui, idealisti e sognatori che però pian piano restano ammaliati dagli ambienti di lusso e finiscono per perdere loro stessi e per giocarsi il proprio futuro.

E bisogna dire che sotto questo punto di vista nessuno dei due riesce a restare immune dai fasti dell’alta società. Così mentre Vonnie si lascia ammaliare dal denaro sposando un uomo che non ama ecco che Bobby rimane folgorato dal potere dei soldi e finisce per seguire il fratello nelle sue scorribande da Gangster. A queste scelte contribuiscono anche le questioni famigliari, un’intreccio ardito e l’ambiguità che per tutto il film caratterizza il personaggio di Vonnie.

Questo non significa che l’amore tra i protagonisti non sia effettivamente sincero: i due passano insieme momenti stupendi, sognano una vita insieme in un quartiere semplice di New York e di abbandonare Hollywood e la sua ipocrisia. Eppure quell’ipocrisia ha un fascino palpabile e anche se Bobby si allontanerà fisicamente da Hollywood, l’esperienza vissuta lo segnerà per sempre facendo comprendere allo spettatore che un po’ di quella falsità alla fine ha contaminato anche lui.

Il resto del film è un’illusione. Tutto infatti sembra andare bene per Bobby: ha fatto strada, è molto conosciuto nell’ambiente dei circoli esclusivi e ha anche una moglie bellissima e innamorata. Eppure la falsità di questa vita apparentemente perfetta si nota fin da subito e lascia un particolare senso di amarezza. C’è nell’aria la sensazione che nonostante la vita di Bobby sia decollata alla grande, sia nella realtà molto lontana da ciò che veramente sognava. E’ andato avanti, certo, ma non è riuscito a dimenticare Vonnie e quello che avrebbero potuto essere insieme.

A dare il colpo di grazia allo spettatore è sicuramente la scena finale che racchiude appieno il senso di amarezza e rimpianto che ha pervaso gran parte del film. E’ una scena dolce, poetica ma che viene tagliata in modo netto rimarcando il fatto che no, questa storia non è destinata ad un lieto fine. Il destino dei due protagonisti è infatti quello di continuare a chiedersi come sarebbe stato mentre giorno dopo giorno portano avanti la loro recita. Una consapevolezza che colpisce lo spettatore in modo potente e gli ricorda che le occasioni capitano una volta sola e se non vengono colte diventano solo fonte di rammarico.

Come in molti film di Woody Allen ovviamente non manca il tema del sogno. La sua funzione però è molto diversa dal solito: per la prima volta i protagonisti sognano qualcosa che hanno perduto. Il loro amore, l’innocenza, l’idealismo… tutto è scomparso, divorato dall’ipocrisia del mondo e dai loro stessi errori. Non è una bella consapevolezza: ciò che si pensa una volta giunti al termine della storia è ‘non è così che doveva andare’… ma ormai è andata.

Sono sincera quando dico che Caffé Society non è un film facile. Riderete, all’inizio riderete tantissimo ma sarà comunque una storia che vi segnerà nel profondo e che difficilmente potrete dimenticare. Una vicenda fin troppo realistica che con eleganza spezza il cuore. Assolutamente da vedere almeno una volta nella vita.

Ok, la recensione è finita e io sono curiosissima di sapere cosa ne pensate voi. Avete già visto Caffè Society? Lo vedrete? Vi piacciono i film dal finale amaro? Fatemelo sapere nei commenti. Come sempre vi ringrazio per il tempo che avete dedicato alle mie parole.

Al prossimo post!

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