Recensione Sceneggiato/Serie Tv: Sandokan
Regia: Sergio Sollima
Interpreti: Kabir Bedi, Philippe Leroy, Carole André, Andrea Giordana, Hans Caninenberg, Milla Sannoner, Renzo Giovampietro, Adolfo Celi
Genere: Avventura (Tratto da romanzo)
Anno: 1976
Immagine Di Copertina Del post:
Salve a tutti e bentornati in questo mio piccolo angolo di web!
La recensione di oggi non è dedicata ad un film o ad un libro ma bensì ad uno sceneggiato del 1976 che ero curiosissima di vedere. Si tratta della trasposizione a puntate di una parte del Ciclo Malese di Emilio Salgari. In particolare lo sceneggiato si ispira ai romanzi Le Tigri Di Mompracem e I Pirati Della Malesia. Sono molto contenta di essere riuscita a vederlo perché mi aveva molto incuriosita e avevo grandi aspettative. Sono felice di poter dire che sono state ampiamente superate. Si tratta di uno sceneggiato che mi ha appassionata, stupita e che è riuscito a trasportarmi dentro un’avventura super emozionante.
La nostra storia comincia con Lord Brook e Sir. William Fitzgerald che parlano del pirata Sandokan, dei suoi seguaci e del pericolo che rappresentano per la colonizzazione della Malesia da parte dell’Inghilterra.
Nel frattempo il nostro pirata è tornato a Mompracem dopo una delle sue tante scorrerie. Qui Koa lo informa che l’isola di Labuan è priva di soldati e può essere facilmente attaccata. Nonostante il suo migliore amico Yanez non sia convinto, Sandokan decide di andare a Labuan con una parte del suo equipaggio. Questo viaggio si rivela però un imboscata e Sandokan viene ferito e creduto morto. Le maree però, lo trasportano proprio a Labuan dove viene ritrovato in fin di vita. Accolto in casa di Lord Guillonk viene curato dalla bella Marianna, la Perla Di Labuan. Sarà proprio l’incontro con Marianna a coinvolgere Sandokan e la sua isola in una serie di pericolose avventure.
Dal ritmo inizialmente un po’ lento questo sceneggiato si rivela incalzante, scattante, in grado di riassumere senza raffazzonare e dando a tutti i personaggi e a tutte le situazioni il giusto spazio. Un’impresa non facile contando che si tratta soltanto di sei episodi della durata di un’ora.
Il fulcro di questa lunga vicenda è ovviamente Sandokan, pirata gentiluomo che ha una lunga serie di principi a cui non viene meno nemmeno nei momenti più duri. Personaggio carismatico, apparentemente indistruttibile ma in realtà tremendamente fragile, trae la sua forza dai suoi ideali e dagli importanti rapporti che ha con Yanez, Marianna e Lord Brook.
Si tratta di tre personaggi che in modo diverso saranno determinanti nella vita del nostro protagonista, nel bene e nel male. Yanez, per esempio, considera Sandokan come un fratello. Lo sostiene, lo aiuta nei momenti di maggiore difficoltà diventando anche una guida che mette un freno all’impulsività del pirata Malese. In certi momenti è critico nei suoi confronti ma nonostante questo farebbe qualsiasi cosa per vederlo felice, tanto da rischiare la propria vita per permettergli di ricongiungersi con Marianna.
Quest’ultima è colei che riesce a mettere in luce la parte migliore di Sandokan. Con il suo modo di fare dolce – ma tosto quando serve – fa in modo che Sandokan riveda il suo modo di percepire le cose. Anche lei lo sostiene e nel momento del bisogno non esita a dare il suo contributo, rivelandosi per certi versi più forte del suo innamorato.
Un ruolo determinante lo ha anche Lord Brook. Personaggio particolare ben caratterizzato, si rivela un nemico agguerrito, ma anche una persona con una sua morale che ha un rapporto molto particolare con Sandokan. Tra i due c’è infatti una forma di stima e di rispetto reciproco che li rende più rivali che nemici.
I personaggi meravigliosi, però, non sono il solo punto forte dello sceneggiato. L’intreccio infatti è accattivante. Intricato eppure lineare, tiene lo spettatore incollato allo schermo spiazzandolo con i colpi di scena che si susseguono con una certa costanza. Il ritmo della serie però non toglie spazio alla rappresentazione dello stile di vita di Mompracem. Un’isola della quale conosceremo le culture e l’esistenza semplice che conducono i suoi abitanti. Una vita tranquilla, senza grandi pretese. Un paradiso per tutte le persone che vi sono giunte tramite mille peripezie.
Liberi da ogni costrizione, vivono sotto la protezione di Sandokan, che farebbe qualsiasi cosa per difendere quel piccolo angolo di paradiso che ha costruito con tanta fatica. Nonostante i suoi sforzi, però, tutto ciò che faceva parte di Mompracem verrà pian piano distrutto, rischiando di portarsi dietro anche Sandokan. Tuttavia il destino ha in serbo qualcosa di diverso e così un finale drammatico diventa un inno alla speranza.
Un’avventura grandiosa, da vivere tutta d’un fiato coinvolgere emotivamente chi guarda trasportandolo in un mondo ingiusto e crudele ma non privo di possibilità e di volontà di riscatto.
Ok la recensione è finita. Io ho espresso la mia opinione, ora aspetto la vostra! Sono curiosissima di sapere cosa ne pensate e, nel frattempo, colgo l’occasione di ringraziarvi del tempo che avete dedicato alle mie parole.
Al prossimo post!
Se il post ti è piaciuto lascia un commento (ci tengo, lo ammetto) e condividilo! Sono piccoli gesti che possono può aiutarmi molto!
Nessun Commento