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Légami – Recensione Film

Recensione Film: Légami
Regia: Pedro Almodovar
Interpreti: Victoria Abril, Antonio Banderas, Loles León, Julieta Serrano, María Barranco, Rossy de Palma, Francisco Rabal, Lola Cardona, Montse G. Romeu, Emiliano Redondo, Oswaldo Delgado, Concha Rabal, Alberto Fernández
Genere: Assurdo? Commedia?
Anno: 1990

Salve a tutti e bentornati in questo mio piccolo angolo di web!

Oggi torniamo a parlare di Almodovar con il film Légami, una commedia brillante e assurda che, pur in modo più realistico, si allinea alla stranezza e al nosense di Kika – Un Corpo In Prestito. Si tratta di un racconto divertente, per certi versi grottesco, il cui unico obiettivo è quello di lasciare basito lo spettatore.

Riky è un giovane che, dimesso da un ospedale psichiatrico, è tormentato dal ricordo di Marina, un ragazza che aveva incontrato in un bar e con la quale aveva passato una notte d’amore. Si mette quindi a cercarla e scopre che è una ex attrice porno che adesso sta lavorando sul set di un B Movie. Inizialmente cerca di fare colpo su di lei, ma dopo il fallimento decide di rapirla per costringerla a passare del tempo con lui. I due cominciano una sorta di assurda convivenza e alla fine decidono di mettersi insieme.

Come molti film di Almodovar Légami è assurdo. Si tratta di una storia costantemente in bilico tra fiaba e realtà, tra insensatezza e momenti credibili, tra risate e scene più serie. Ovviamente una storia così nel mondo reale non sarebbe possibile ma ad Almodovar non interessa: lui preferisce il simbolismo, la ricercatezza delle immagini e si, anche qualche cliché che però ha il suo perché. Ed ecco quindi che assumono un’importanza fondamentale le inquadrature, i set, i personaggi di contorno.

Si, perché i personaggi secondari sono fondamentali quanto i protagonisti, tutti ugualmente indimenticabili a partire dal vecchio regista che sta girando un film atroce, fino ad arrivare alla giornalista imbranata che puntualmente fa qualche disastro. Ma la cosa che più stupisce è il fatto che tutti siano personaggi da B Movie, creati ad arte per far ridere e nello stesso tempo per rivelare l’anima del film. Légami è probabilmente l’apoteosi del B Movie. Lo capiamo dagli ambienti un po’ scrausi, dalla recitazione che non sempre è ottima e dagli stessi protagonisti.

Ricky, infatti, pur essendo ben caratterizzato… beh, non si può certo dire che il suo modo di fare sia normale e la stessa cosa vale per Marina, che quando ha l’occasione di scappare quasi quasi lascerebbe perdere. Nel frattempo il loro rapporto si sviluppa in modo inverosimile, poco credibile persino come sindrome di Stoccolma perché si tratta di amore vero (come si comprende dal finale, uno dei più strani che abbia visto nei film di Almodovar).

Però è questo il bello: in fondo è ciò che lo spettatore si aspetta da un film così e il nostro regista è abbastanza furbo da applicare la prima regola del cinema: dai al pubblico quello che vuole nel momento in cui lo vuole. E noi spettatori a volte vogliamo anche questo: un semplice B Movie che nella sua assurdità ci faccia sognare storie impossibili e fuori dalle righe.

Però bisogna ammettere che questo è un B Movie studiato, è stato progettato per esserlo e ce ne rendiamo conto non solo perché tutto si amalgama alla perfezione ama anche perché Almodovar non ha voluto rinunciare al suo solito simbolismo. Una serie di scelte ardite che non vi spoilero ma che potrebbero far storcere il naso ai cristiani più accaniti. Ma in fondo chi ha visto qualche film di questo regista lo sa: ci si può aspettare di tutto dai lui e nella maggior parte dei casi non si può che apprezzare.

Per quanto riguarda le tematiche una di queste è la solitudine. Probabilmente è l’argomento più importante del film che infatti si concentra su due personaggi fondamentalmente soli. Ricky, orfano passato dal riformatorio e dall’ospedale psichiatrico e Marina, ex attrice porno incompresa e con problemi di droga alle spalle. I due si sentono soli, rifiutati da una società apparentemente perfetta e proprio per questo motivo si sentono vicini. Perché sono diversi, hanno fatto errori ma vorrebbero comunque riscattarsi.

Ok, i modi scelti per tronare alla ribalta sono alquanto discutibili ma non entriamo nel dettaglio. Esattamente come Kika – Un Corpo In Prestito, Légami è un film che non vuole prendersi sul serio, anzi! Scherza e ride di sé stesso dando vita ad un cinema autoironico che non vuole imporsi, non vuole niente di più che distrarre lo spettatore per un paio d’ore. Una missione che può sembrare facile ma spesso sono le trame più semplici quelle più complicate da rendere.

Nel complesso quindi, Légami è un film godibile, divertente che pur trattando qualche tema pensante prende tutto sul ridere. Uno di quei film che, in fondo, raccontano l’altro lato della settima arte. Un lato diverso ma non per questo meno affascinante.

Bene, la recensione è finita e io sono curiosissima di sapere cosa ne pensate voi. Avete visto Légami? Lo vedrete? fatemelo sapere nei commenti! Come sempre vi ringrazio per il tempo che avete dedicato alle mie parole.

Al prossimo post!

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