14 In Cartoni Animati/ Diario di viaggio di una blogger sentimentale

Cartoni Animati Della Mia Infanzia Che Vorrei Rivedere

Salve a tutti e bentornati in questo mio piccolo angolo di web!

Oggi nuovo post nostalgico in cui vi parlo dei cartoni animati che mi hanno accompagna nei giorni spensierati della mia infanzia. Sono storie a cui sono molto legata e che mi ricordano tanti momenti meravigliosi passati a giocare e a sognare ad occhi aperti. E si, sono anche cartoni che mi hanno insegnato e segnato molto e che prima o poi mi piacerebbe rivedere… magari trasmessi in televisione al posto di certe ciofeche di adesso.

Cartoni Animati Della Mia Infanzia: Megaman NT Warrior

Megaman NT Wairror, che io ricordo semplicemente come Megaman è probabilmente il cartone animato più dimenticato di questa lista. E’ stato trasmesso in TV quando avevo circa sei o sette anni ma da quando la serie si è conclusa ho notato che si sono perse le tracce di questo cartoon molto futuristico per l’epoca. Persino online si trova ben poco a riguardo, forse negli ultimi anni ne ha parlato qualcuno.

Nonostante sia una storia poco ricordata – e del resto ne sono passati di anni – per me Megaman è stata una vera e propria scoperta. Fino a quel momento, infatti, ero stata legata solo ed esclusivamente a cartoni animati considerati “per ragazze” o comunque con protagoniste femminili. Seguivo con costanza le Winx, per esempio, e ad alcuni cartoni Disney sulle principesse come Cenerentola, La Bella Addormentata e La Bella E La Bestia. Personalmente ricordo che i cartoni che all’epoca erano considerati “per ragazzi” non me li calcolavo proprio! Poi, un giorno, ho beccato Megaman che ha rivoluzionato il mio modo di vedere i cartoni animati.

E’ stato con Megaman che ho cominciato a scoprire il meraviglioso mondo dei cartoni “da maschio” e ricordo che di questa storia in particolare mi avevano colpito molto i personaggi. Nei cartoni per bambine i ragazzi erano tutti più meno simili. Bellocci, muscolosi, con una personalità poco sfaccettata. Certo, gli specialisti delle Winx erano già molto avanti come caratterizzazione, ma restavano comunque legati all’essere funzionali alle ragazze con cui stavano. E in ogni caso, rimanevano spesso in secondo piano.

In Megaman invece i personaggi maschili erano protagonisti, non dipendevano dalla protagonista femminile e non dovendo per forza piacere ad un pubblico femminile erano immensamente più sfaccettati e realistici. Ai miei occhi di bambina fu una scoperta. Non avevo mai trovato personaggi maschili che mi colpissero davvero nei cartoni animati che avevo visto fin a quel momento e finalmente in Megaman e gli altri protagonisti avevo trovato dei personaggi maschili decisamente interessanti.

Al giorno d’oggi rammento poco di quel cartone, immagini sbiadite su una vecchia TV rinchiuse in un tempo che è ormai lontanissimo. Però ricordo che era innovativo. Ricordo che i protagonisti erano ragazzi normali (non principi o guerrieri – a parte quelli virtuali – come in molti cartoni per ragazze) ed erano vestiti in modo più realistico, molto sportivi e comodi ma con stile. Ricordo anche che c’erano personaggi femminili di tutto rispetto e che, fortunatamente, non erano costantemente coinvolte in storie d’amore. E ripensandoci oggi, quello che ricordo di più è il mondo virtuale in cui si svolgevano le gare. Ripensandoci nel 2022, esattamente vent’anni dopo la creazione del cartone, mi rendo conto di quanto fossero avanti.

Parlavano già di cose come la rete, di realtà virtuali con “avatar”, delle possibili ripercussioni del mondo virtuale sui quello reale e viceversa. OK, era tutto molto fantasioso ma diamine… stiamo parlando del 2002! Un tempo in cui pochissimi pensavano che Internet avrebbe avuto un seguito. Geniale! Davvero mi piacerebbe vederlo ritrasmesso, soprattutto dopo tutti questi anni.

Tornando a noi, però, una cosa è certa. Megaman ha segnato la mia vita per quanto riguarda i cartoni animati. Dopo la fine della serie non mi sono mai allontanata dai cartoni animati “per maschi” e posso dire che se nel corso del tempo sono arrivata a vedere e amare cartoni come Goldrake e Mazinga Z è anche grazie Megaman, incontrato per caso in un giorno qualsiasi di tanti anni fa.

Comunque ho appena realizzato che sono passati vent’anni dalla nascita del cartone, e circa diciotto da quando lo vidi io. Accidenti quanto tempo! E’ spaventoso constatare come sua volta velocemente. Che dite, lo facciamo il post di compleanno stile Che Fine Ha Fatto Baby Jane?

Due Fantagenitori

Megaman è stato l’ingresso in un mondo incantato ma la serie è durata relativamente poco. Due Fantagenitori, invece, è stata una costante per quasi un decennio, forse anche qualcosa in più. Le vicende di Timmy Turner e dei suoi fantagenitori Cosmo E Wanda (a cui poi si è aggiunto Poof) mi ha accompagnata per quasi tutta la crescita tanto che non riesco a ricordare quando l’ho visto per la prima volta.

Quello che so, però, era che era un cartone animato atipico: non era indirizzato ad un pubblico specifico (maschi o femmine), presentava qualcosa di mai visto prima e si basava su una storia unica che nel corso del tempo è sopravvissuta. Penso che quasi tutti i miei coetanei e forse anche qualche generazione precedente e successiva ricordi Due Fantagenitori. E’ stato un’icona, un cartone che ha saputo abbracciare il grande pubblico, adulti compresi. Piaceva persino a mio padre!

Per me è stato un compagno di viaggio divertentissimo, che mi ha regalato tanti pomeriggi spensierati. Ancora oggi lo ricordo con piacere e sotto sotto spero sempre che prima o poi lo ritrasmetteranno in televisione. Pur avendo un’impostazione apparentemente demenziale, infatti, nella realtà era un cartone molto intelligente che – in modo più o meno esagerato – sapeva parlare ai bambini dei problemi dei bambini. Alla fine di ogni puntata Timmy Turner imparava qualcosa ma l’intento istruttivo non era mei stucchevole, raccontava storie con una loro morale ma senza la pretesa di essere un cartone moraleggiante o estremamente educativo e questo rendeva il tutto molto naturale.

A giocare un ruolo fondamentale erano i protagonisti, tutt’altro che perfetti ma naturali nelle loro imperfezioni. Non erano progettati con dei difetti per essere apprezzati dai bambini, erano progettati con dei difetti perché erano protagonisti a tutto tondo, sfaccettati, in grado di crescere ma nello stesso tempo fedeli a sé stessi. Quest’impostazione li ha sempre resi estremamente dinamici ed è il motivo per cui ancora oggi amo questo cartone. Erano personaggi che si adattavano a qualsiasi situazione, un po’ come i personaggi di Scooby-Doo. Solo che mentre in Scooby-Doo i protagonisti erano spesso privi di una vera caratterizzazione, qui la caratterizzazione c’era eccome.

E’ per questo motivo, me ne rendo conto ora, che quasi tutte le puntate erano belle. Che fossero deliranti, nonsense, avventurose, drammatiche Timmy, Cosmo e Wanda risultavano sempre azzeccatissimi, mai fuori luogo o “invecchiati male”. E le avventure, nonostante partissero dalla stessa base, erano sempre innovative divertenti e a volte diventavano molto ampie come FantaZapping! Anche in questo caso ne è passato di tempo da quando li ho visti per la prima volta e anche questa volta mi sorprendo a riflettere su quanto dell’infanzia sia passata velocemente. Ben tempi (ma anche questi sono belli. Scrivo su un blog e le persone mi rispondono, faccio parte del mondo del web e ci lavoro… era il mio sogno da ragazzina. Sono bei tempi, sì)! Spero tanto che un giorno Due Fantagenitori sarà ritrasmesso in televisione.

Mr. Bean

Sempre sullo stesso canale su cui davano i Fantagenitori e Megaman (Quarta Rete) trasmettevano anche la versione animata di Mr. Bean. Anche con lui è stato un’incontro casuale e in poco tempo è diventato uno dei miei cartoni preferiti. Ricordo che non mi perdevo un’episodio di questa fantastica serie e quando adesso mi capita di imbattermi in qualche immagine in rete vengo sempre inondata dalla nostalgia. E’ tutto così cambiato da quei tempi. Le persone sono cambiate, i rapporti sono cambiati. Mr. Bean fa ancora parte di quel periodo della mia infanzia in cui, nonostante tutto, vivevo su una nuvola rosa.

Era un cartone quasi completamente muto. Si sentivano solo i sospiri e qualche verso, per il resto era solo musica e mimica. Non so se sia stato questo a colpirmi o se sono state le avventure bizzarre di quest’uomo adulto che riusciva ancora a vedere il mondo come un bambino. Dietro ogni angolo una nuova avventura esilarante, una storia assurda nascosta nelle piccole cose (o comunque in situazioni apparentemente quotidiane).

In particolare ricordo che mi faceva ridere il rapporto tra Mr.Bean e Mrs. Julia Wicket, proprietaria del palazzo che aveva sempre qualcosa da ridire sul suo inquilino (e forse non aveva neppure tutti i torti). Quei due insieme erano super esilaranti, veramente da scassarsi dalle risate. Anche lui è stato un compagno costante dei pomeriggi della mia infanzia per parecchi anni. Ricordo che arrivava subito dopo Megaman e successivamente dopo Due Fantagenitori quando Megaman finì (ecco quando ho visto i fantagenitori per la prima volta! Ora ricordo, se non sbaglio li scoprii perché andarono a sostituire Megaman).

E ricordo anche che, non so per quale motivo, a volte lo trovavo molto malinconico. Forse era la sigla finale, forse erano i colori… o forse è una cosa che è subentrata nel tempo, quando ho iniziato a rendermi conto che il tempo stava passando. E il tempo è passato, me ne rendo conto perché anche in questo caso ricordo solo qualche stralcio di puntata, una vaga melodia della sigla finale e che una volta finito si andava subito a cena. Lo guardavo da mia Nonna paterna, ero piccolissima e la ma unica preoccupazione erano i compiti. Il mondo mi sembra così diverso adesso, la nostra famiglia è diversa… e anche io sono diversa. Fortunatamente però, tutta la bellezza di quel periodo è ancora dentro di me e so che anche solo rivedendo la sigla di questi cartoni potrò sentirla ancora.

Cartoni Animati Della Mia Infanzia: Mix Master

Tantissimi anni dopo, sempre per puro caso, incontrai Mix Master. A quell’epoca il digitale terrestre c’era già, i canali di cartoni si erano moltiplicati e non facevo più affidamento solo su Italia 1 e Quarta Rete per vedere cartoni. Ovviamente il digitale terrestre era ancora agli inizi e forse per questo i canali si impegnavano per dare cartoni di altissima qualità. Mix Master era uno di quelli. Entrò nel mio cuore come non mi era più accaduto da anni. Una storia d’amicizia così bella che alla fine della serie piansi come una vite. Ancora oggi non ho accettato il finale, sappiatelo. E sì, sto ancora aspettando un seguito degno di questo nome.

Parlare di Mix Master è difficile perché arrivò in un momento in cui la mia nuvoletta rosa aveva cominciato a sfaldarsi. Fu un periodo tremendo per me e per tutta la famiglia che progressivamente si disgregò per riunirsi qualche tempo dopo, ma solo parzialmente e con molte attriti irrisolti. Furono anni disastrosi e in questo Mix Master fu una costante e mantenne in vita quella parte di nuvoletta rosa che alla fine è sopravvissuta. E si, c’è ancora. Un po’ ammaccata ma è ancora lì e voi che leggete, che commentate, che vi affidate a me per i vostri progetti e che dedicate anche solo qualche minuto a questo blog la state alimentando. Quindi grazie!❤️

Comunque, Mix Master, come dicevo, era una storia d’amicizia. E’ stato il primo cartone che parlava d’amicizia che ero in gradi comprendere appieno (perché ormai grandicella) e che mi ha trasmesso valori che non ho mai più abbandonato. E poi era qualcosa di nuovo, di mai pensato… o meglio, di mai pensato in questo modo. Mix Master, infatti, aveva preso You-gi-oh e i Pokemon e li aveva mischiati, dandogli un taglio apparentemente spensierato ma fortemente tragico. Come avrei potuto non amarlo?

Introdusse, infatti, delle novità, tra cui quella di far parlare gli Hentch (ovvero gli animaletti stile Pokemon) e di dare loro una storia personale definita, spesso molto dolorosa. Questa tristezza di fondo contrastava con i colori brillanti della grafica, semplice ma efficace… anche nella resa dei personaggi e del Worldbuilding. Mix Master l’ho amato e lo amo per questo. Era un cartone estremamente elaborato e pensato, con deo personaggi che avevano una crescita graduale spaventosamente geniale e colpi di scena che davano davvero una marcia in più all’intera vicenda. Non era un cartone fatto per il marketing come Pokemon e Yu-Gi-Oh… e si sentiva in ogni singolo frame. E questo lo ha reso, almeno per me, indimenticabile.

Ancora oggi spero che prima o poi lo ritrasmettano perché anche se mio padre mi aveva registrato quasi tutte le puntate su VHS è un cartone che andrebbe fatto vedere alle nuove generazioni (altro che certe schifezze di oggi, e scusatemi se in questo momento sembro un po’ Boomer pur avendo ventiquattro anni) e che secondo me saprebbe ancora appassionare. Mix Master, infatti, fa parte di quei cartoni dai grandi sentimenti ed ideali. In questo senso somiglia molto ad alcuni cartoni degli anni sessanta/settanta. E’ fermo sulle sue posizioni. Non inflessibile eh, ma riesce a mantenere i personaggi fedeli a sé stessi e nello stesso tempo a restare a sua volta fedele a sé stesso e ai valori che ha sposato.

Winx

Penso che sia un classico per gran parte delle persone che hanno vissuto la loro infanzia tra il 2004 e il 2015 circa. E sì, è stato un classico anche per me. Winx è stato il primo cartone che ho veramente seguito al di fuori di quelli Disney e anche se all’inizio ho storto il naso per alcune cose in linea generale mi è piaciuto subito. Era un cartone contemporaneo per certi versi rivoluzionario: aveva modernizzato una figura molto amata dai più piccoli, le fate, per adattarle ad un mondo che cambiava e che ora richiedeva altri modelli da seguire.

Ecco quindi le Winx, non un gruppo di eroine, ma un gruppo di ragazze normali (a parte la magia), grandi amiche alle prese con grandi avventure sì, ma anche con i problemi delle ragazze della loro età. Il tutto si svolgeva in una scuola, e quindi un’ambiente molto famigliare al pubblico a cui si rivolgeva, affrontando tematiche come i primi amori, i problemi scolastici, lo studio, la ricerca di sé.

Mi piaceva e mi piace tutt’ora tutto di Winx fino alla terza stagione. La magia, i colori, le storie e soprattutto le protagoniste, così caratterizzate, moderne non troppo idealizzate dal punto di vista psicologico (nessuna di loro è perfetta). Personalmente devo dire che sono state tutte la mia preferita anche se in periodi diversi della mia vita, ma sicuramente quelle a cui ero più legata erano Tecna e Bloom. Tecna è stata la Winx che mi è piaciuta per prima, così lontana dai personaggi femminili che avevo incontrato fino a quel momento mentre in Bloom forse rivedevo un po’ le mie insicurezze. Adesso, da più grande, posso dire che Tecna si è confermata come la mia Winx preferita (e Timmy lo specialista che mi sta più simpatico).

Comunque devo dire che ripensandoci oggi anche Winx è stato un cartone rivoluzionario per quanto riguarda i cartoni nostrani. E non solo perché ha modernizzato la figura della fata ma anche perché già all’epoca aveva intravisto che ruolo avrebbe avuto la tecnologia (tanto da inventare una fata della solo per questo argomento) e aveva inserito un personaggio controverso come Riven che, di fatto, con Musa avrà sempre una relazione tormentata e a tratti tossica. Riven, infatti, non lo vedo come il bad boy figo da romanzo trash, ma come un personaggio molto sfaccettato che nel corso delle serie è molto spesso in bilico tra il bene e il male, tanto che la sua storia con musa sarà un tira e molla continuo.

Adesso che sono più grande mi chiedo se non sia stato un modo – forse non sempre riuscito – di mostrare che le relazioni tossiche esistono e che bisogna tenerne conto. Poi, certo, c’è quasi sempre il lieto fine però la pulce all’orecchio rimane. In ogni caso è stato un cartone che ha influenzato fortemente e molto positivamente la mia infanzia, mi ha aiutata crescere capire quale fosse veramente il mio carattere. Oserei dire che sotto alcuni punti di vista è stato fondamentale per me. Chissà se prima o poi si decideranno a ritrasmettere le prime tre serie (ammetto che le successive non mi hanno fatta impazzire).

Leone Il Cane Fifone

Chissà in quanti lo ricorderete! Il cane rosa, super fifone, che si trova sempre in situazioni ai limiti dell’horror e alla fine deve sempre salvare la sua famiglia. Leone Il Cane Fifone è un cartone che in cui mi sono imbattuta una mattina di parecchi anni fa. Non ricordo bene che impressione mi fece ma col tempo continuai a seguirlo con molto piacere. Per me, non amante dell’horror, era un horror che riuscivo a seguire senza conseguenze disastrose e penso che questo abbia giocato un ruolo fondamentale.

Penso che anche questo cartoon sia stato a suo modo innovativo. Prima di lui c’era stato Scooby-Doo, certo, ma nemmeno nei film più terrificanti era riuscito a raggiungere un tale livello di inquietudine (lo avrebbe fatto successivamente con Scooby-Doo Mistery Incorporated, ma questa è un’altra storia e sarà raccontata in un altro post) di suspence e di… pura follia. Scooby-Doo era un cartone strutturato che seguiva sempre lo stesso schema. Anche Leone per certi versi lo faceva ma era in grado di improvvisare, di cambiare evitando di schematizzare i singoli misteri.

Amavo le storie raccontate. Ogni puntata era una scoperta. Partivi da una base, certo, ma non sapevi ami dove quella base ti avrebbe portato. Quale nuova terrificante si affacciava dopo la sigla? Che personaggi inquietanti e ambigui avrei incontrato quella volta? In quale mondo Leone avrebbe viaggiato? Oppure quale essere spaventoso avrebbe bussato alla porta di casa dell’ignara Marilù? Ogni puntata era un nuovo mistero da risolvere e mi divertivo a scervellarmi per capire che cosa volesse il mostro di turno.

E bisogna dirlo i mostri e le storie in sè erano davvero creepy per un cartone. Fondendo sapientemente più stili d’animazione era in grado di sfruttare sottilmente l’uncanny valley e i contrasti con la base stessa del cartone. Riusciva ad inserire degli antagonisti eccellenti, che spesso volutamente non si amalgamavano con tutto ciò che avevano intorno, come se fossero stati degli intrusi all’interno del cartone. La sensazione costante, anche se smorzata dai momenti divertenti di Leone, era quella che ci fosse qualcosa di sbagliato nel mostro di turno. Fin dalla prima apparizione si riconosceva nel villain qualcosa di perfido o spaventoso che però andava al di là dei classici villan dei cartoni animati. Era una tecnica applicata a tutti gli episodi ma che funzionava sempre.

Anche Leone Il Cane Fifone è stata una costante per parecchi anni. Veniva trasmesso e ritrasmesso di continuo su Boing e il motivo per cui ad un certo punto smisi di seguirlo fu probabilmente perché non guardavo più molto la TV e perché gli episodi trasmessi erano sempre gli stessi (lo stesso motivo per cui dopo parecchi anni smisi di seguire anche Due Fantagenitori). Nonostante questo, però, lo ricordo ancora con molto affetto. Era un cartone molto intelligente, mi ha fatto passare tanti momenti divertenti e resta legato ad un periodo in cui non ero più proprio bambina e stavo iniziando a crescere.

Ammetto è un cartone che riguarderei molto volentieri e spero ancora che prima o poi ci sarà l’occasione per ritrasmetterlo per intero. Era una serie innovativa, per certi versi un’evoluzione del lato horror di Scooby-Doo (tra l’altro ho scoperto che c’è stato un crossover tra i due cartoni) che qui diventava più spaventoso pur mantenendo un lato divertente. Sarebbe davvero bello rivederla adesso, dopo tutti questi anni al posto di certe ciofeche che vengono trasmesse per chissà quale oscuro motivo.

Cartoni Animati Della Mia Infanzia: Genertaror Rex

Circa nello stesso periodo in cui veniva trasmesso Leone, lo studio d’animazione che aveva progettato Ben Ten rilasciò un nuovo cartone: Generator Rex, a mio avviso decisamente più intelligente del suo predecessore (anche se Ben Ten rimane comunque un prodotto d’animazione di alta qualità). Anche in questo caso si tratta di un cartone “per maschi” nel quale mi imbattei per caso e che sul momento non mi fece neppure un grande effetto. Non ricordo perché cominciai a seguirlo ma ad un certo punto mi ritrovai talmente coinvolta nella storia che non mi perdevo una puntata.

Anche in questo caso credo di aver amato questo cartone perché era atipico. In realtà riprendeva in parte l’idea dei Ben Ten nelle trasformazioni del protagonista ma nello stesso tempo era profondamente diverso. Più maturo, forse. E soprattutto aveva una trama che non avevo mai visto in nessun cartone. In oltre aveva un lato profondamente tragico, una gran cosa per me che avevo già gusti particolari in fatto di cartoni.

Lo guardai veramente per tantissimo tempo, sempre in quel periodo in cui non ero più proprio una bambina piccola. E, ahimè, posso dire che successivamente mi è capitato raramente di incappare in storie così sfaccettate (quelle che ho trovato le ho scovate “tornando indietro nel tempo” seguendo anime come Goldrake e Mazinga Z). In ogni caso fu un cartone che mi accompagnò per un lungo periodo e in cui ritorvai – me ne rendo conto ora – quello che tanto tempo prima avevo trovato in Megaman e altri cartoni “per maschi” come per esempio Mix Master. E curiosamente, proprio come per Megaman e Mix Master fu uno dei pochi cartoni che nel corso della mia infanzia riuscì a seguire fino alla fine senza perdermi pezzi per strada.

Per me fu un’esperienza nuova dal punto di vista dei cartoni animati. Generator Rex era decisamente più serio e triste dei cartoni destinati ad un target di ragazzi comunque abbastanza giovani. Era più cupo e il tutto in generale era più bilanciato. Sia il lato umoristico che quello triste ben si sposavano con un’azione che non era costantemente predominante e lasciava spazio ad un storia che certe serie TV non reggerebbero il confronto. E mi piaceva proprio per questo (e anche perché il protagonista era carino, non lo nego).

Anche lui, rimettendo bene in ordine i ricordi, è uno di quei cartoni che ha fatto parte di quel periodo in cui abbiamo avuto parecchi problemi in famiglia, anche se è arrivato decisamente dopo Mix Master. Già, i problemi in famiglia ono duranti un bel po’, e questi cartoni sono stati un toccasana. Erano la mia valvola di sfogo e la mia principale fonte di storie (visto che era u periodo in cui non guardavo molti film e non ero ancora una lettrice costante). E Generator Rex era oggettivamente un gran bel cartone. Se lo ritrasmettessero penso che mi ritufferei nella storia come a quei tempi.

Principesse Sirene

Cavoli, Le Principesse Sirene! Mi ricordo ancora le canzoni (risentendole adesso alcune erano davvero belle, altre proprio PER CARITA’ NO) e la sigla iniziale! Anche loro fanno parte di quei cartoni che guardavo quando ero piccola, se non sbaglio le vidi poco dopo le Winx. Ebbene Le Principesse Sirene sono sicuramente tra i cartoni animati “per ragazze” che ho seguito di più nel corso della mia infanzia. Non me ne perdevo una puntata e aspettavo con trepidazione l’orario in cui veniva trasmesso su Italia 1.

Se ci ripenso mi rendo conto che ha avuto un forte impatto sulla mia infanzia. Oltre ad avermi fatto desiderare per anni di potermi trasformare in una sirena è stato un cartone che mi ha fatto appassionare alle sue protagoniste, tutte diverse e a loro modo sfaccettate. E poi, aveva dalla sua parte anche un villan piuttosto carismatico, forse uno dei migliori che ho beccato nei cartoni animati “per ragazze”. Se solo avessero fatto lo stesso lavoro di caratterizzazione sui fidanzati delle protagoniste! Forse non li avrei trovati così noiosi. Eh già, anche qui, infatti, tornava il problema dei ragazzi poco caratterizzati il cui unico obiettivo era quello di essere carini e salvare le protagoniste ogni tanto.

E ora che ci penso anche sulle ragazze probabilmente si sarebbe potuto fare di più. Non che non fossero caratterizzate, anzi, ma dopo tanti anni mi rendo conto che forse qualcosina in più avrebbe giovato. Tuttavia all’epoca fecero breccia nel cuore di noi bambine che restavamo ammaliate dai costumi particolari e dalle avventure di queste giovani ma decise sirenette. E poi, anche in queto caso, si trattava comunque di un cartone innovativo che andava a modernizzare la figura della sirena, da sempre molto amata dai più piccini (e non, per quanto mi riguarda). Con un a trama accattivante e delle protagoniste di tutto rispetto aveva creato una nuova generazione di sirene che erano più vicine alla mia epoca e quindi ha chi ha vissuto la propria infanzia in quel periodo.

Certo, ammetto che dopo tutti questi anni ricordo poco delle singole puntate. Qualche stralcio, qualche immagine che non riesco a collocare e che mi ricorda che sì, il tempo è passato senza che io me ne sia resa conto. Sono immagini indefinite, che arrivano da un passato così lontano che mi sto davvero chiedendo come sia possibile che questi vent’anni siano volati via così. L’unica cosa che mi consola è che se ci ripenso, se ripenso a me stessa in quei momenti riesco ancora a risentire le stesse sensazioni, riesco a sentirmi in quel momento. Sono giorni che scrivo questo post, tre credo, e più vado avanti più mi rendo conto che forse sono riuscita a non perdere nulla di quello che ero.

Seriamente, questo doveva essere un post semplice e leggero e invece sta diventando un viaggio nel di cui non sapevo di avere bisogno. Sta diventando importante, una passeggiata ritroso vero qualcosa che credevo perduto e che invece c’è ancora, c’è sempre stato. E ringrazio chiunque abbia deciso di accompagnarmi imbarcandosi con me in questa avventura inaspettata.

Cartoni Animati Della Mia Infanzia: Heidi

E con Heidi arriviamo alla fine di questo post, tornando indietro veramente di tantissimo tempo. Si, perché Heidi è stato il primo cartone animato non Disney che ho visto. Mia madre mi aveva comprato le VHS che contenevano circa quattro episodi e da piccolissima li avevo visti e rivisti. Si, perché Heidi era un cartone perfetto a livello di trama e di grafica. Aveva quella fluidità e quei colori scintillanti che mi attirano sempre e che negli anni successivi ho ritrovato in My Little Pony e DuckTales!

Ebbene, riguardai quelle VHS per anni senza mai sapere come proseguiva il cartone fino a quando mio padre non fece l’abbonamento a fastweb! Cavoli, che tempi! Era il periodo in cui Fastweb forniva ancora il decoder e al suo interno c’erano una quantità di contenuti impressionati. Già, uno dei primi streaming e anche una delle mie principali fonti di divertimenti da bambina, visto che era qui che guardavo le Winx. Quanto mi piaceva! Ma sto divagando. Fu proprio su Fastweb che dopo tantissimi anni ritrovai Heidi, ma anche questa volta non riuscii a seguirlo per intero. Le puntate, che venivano aggiunte dopo un tot di tempo, non vennero più aggiornate e così mi rassegnai a non continuare la serie. Ci rimasi malissimo perché ormai mi ero appassionata.

Fu solo molti anni dopo, quando ero ormai adolescente che finalmente riuscii a vedere la fine del cartone. In un certo senso quindi, posso dire di essere cresciuta con Heidi. E’ una serie animata che mi ha accompagnata nel corso degli anni fin da quando ero piccolissima in diverse fasi della mia vita. In un certo senso c’è sempre stata, anche se in alcuni momenti l’ho persa l’ho sempre ritrovata successivamente. E devo dire che mi sono stupita, andando avanti con la serie, di quanto diventasse seria ad un certo punto.

Sotto questo punto di vista devo dire che segue molto fedelmente il libro (che ho letto successivamente) e che in effetti ad un certo punto prende una piega più cupa e molto cristiana. posso dire quindi che la serie è stata fatta benissimo e, senza volerlo, è stata la prima di un genere di cartoni animati che mi è piaciuto e mi piace ancora molto. In seguito, infatti, ho visto altri cartoni su questo stile come Lovely Sara (altro cartone che ho amato tratto da uno dei miei libri preferiti, La Piccola Principessa). Se ci ripenso è strano come, senza che me ne accorgessi, Heidi mi abbia seguita per gran parte della mia vita senza mai stancarmi e facendomi sempre nuovamente innamorare dei paesaggi di montagna, della grafica e di quei colori che mi trasmettevano sempre tanta serenità. Mi piacerebbe tanto che fosse ritrasmesso, magari al posto di quell’orribile versione in CGI che circola da qualche anno.

Ok, sto finendo questo post la notte del quarto giorno. Non pensavo che questo scritto sarebbe stato così lungo, al contrario! Doveva essere un post leggero che in linea teorica doveva essere steso in massimo qualche ora. Beh, non è andata così e ne sono contenta. E’ stato un viaggio a ritroso che mi serviva quindi sono contentissima di avergli dedicato il tempo necessario. Ora che ci penso è il post a cui ho dedicato più giorni da quando ho aperto il blog. Non lo avrei mai immaginato e vi ringrazio ancora una volta per aver fatto questa serie di salti nel tempo insieme a me. Chiedo perdono per la lunghezza (circa 5000 parole, il post più lungo che abbia scritto) e prometto che la prossima volta cercherò di essere più breve… forse😏!

Ebbene si, ora il post sui cartoni animati della mia infanzia è ufficialmente finito e sono curiosissima di sapere cosa ne pensate voi! Che ruolo hanno avuto i cartoni nella vostra vita? Quali sono stati più importanti della vostra infanzia? Conoscete qualcuno di quelli elencati? Fatemelo sapere nei commenti! Come sempre vi ringrazio per il tempo che avete dedicato alle mie parole!

Al prossimo post!

PS: Sono consapevole del fatto che moltissimi di questi cartoni animati in realtà siano Anime tuttavia da bambina non conoscevo la parola e così per una questione di nostalgia ho preferito chiamarli tutti cartoni animati per tutto il post.

Immagine Di Copertina Del Post: Loony_Rabbit

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Lyra
1 anno fa

Post strabellissimo, un vero tuffo nel passato! Io sono un po’ più grande di te quindi ammetto che non conosco quasi nessuno dei cartoni che hai nominato (eccetto le Winx e Heidi)… ma li ho visti passare spesso in tele. Devo dire che non mi sono mai soffermata a guardare molti di questi cartoni per il disegno “deformato” e molto informe (tipo i Fantagenitori e Leone il Cane Fifone) che proprio non mi piace.
Se devo commentare i cartoni della mia infanzia direi che non posso non citare Sailor Moon, la versione anni Novanta non si batte nemmeno se il remake recente è più fedele all’originale. Io poi in realtà fino alle medie non ho avuto il permesso di guardare la tele (Sailor Moon lo guardavo quando andavo a casa della mia amichetta dei tempi e compravo tutti i giornalini), quindi sono rimasta un po’ zoppa di cartoni, i miei ricordi sono da più grande: One Piece e Inu Yasha erano i miei preferiti, ma li guardavo molto a spot. Ho comunque sempre preferito i cartoni da maschi a quelli da femmine, come dici tu erano sempre troppo incentrati sugli sbaciucchiamenti!
Le Winx invece mi sono sempre piaciute, sebbene io non abbia seguito assiduamente la serie. Però concordo che dopo la terza stagione si guastano, diventano un prodotto di marketing con millemila trasformazione solo per venderne le bambole. E anche io adoravo Tecna, anche se la mia preferita è e sempre sarà Flora!
Un post un po’ lungo, vero, ma sempre piacevole da leggere. Grazie di questo flashback! 🙂

Claudia
1 anno fa

Essendo nata undici anni prima di te, ho seguito cartoni animati di cui probabilmente non conosci nemmeno il titolo.
Però, mio fratello è del ’96, quindi ho visto almeno una puntata di quelli che hai citato, e non mi fanno impazzire.
Il mio preferito nella tua lista è Heidi.
Se devo scegliere il cartone animato del mio cuore, mi vengono in mente “Hello Spank!” o “Kiss me Licia”. Poi, volendo essere più moderna, “Rossana” e “Piccoli problemi di cuore”. 😍

Claudia
1 anno fa
Reply to  Enrica Masino

Se può consolarti, quelli attuali fanno ancora più pena di quelli della tua infanzia.
Vuoi conoscere qualche titolo tra i miei preferiti?
Beh, sicuramente “Candy Candy”, anche se è molto antecedente rispetto alla mia nascita, ma era ancora parecchio in voga negli anni Novanta.
Poi mi vengono in mente “Yattaman”, molto simpatico, e “Forza Sugar”, super commovente.

Grazia
1 anno fa

Carissima, hai scritto un post splendido, ricco di particolari. Finalmente qualcuno che apprezza i cartoni animati anche da adulta, senza pregiudizi, e che sa cogliere il messaggio intrinseco in ognuno di loro. Io e te, mi sa, siamo davvero sulla stessa lunghezza d’onda. Per ora non aggiungo altro, ma molto presto potrai seguirmi (se vorrai) anche su un sito ispirazionale che ha a sfondo una storia anni ’90 conosciutissima ancora oggi, che attrae per fortuna ancora il suo pubblico… scintillante, fatta di colori bellissimi ed un pizzico di magia. Ma sarà da sfondo al progetto che sto costruendo ed al suo intento principale 😀 Anni fa avevo iniziato una cosa del genere, ma a tema poesie, nel senso che, basandomi su questo cartone le scrivevo… 🙂
A questo punto…dai, indovina tu il mio cartone preferito :DD
Quelli che hai nominato tu mi incuriosiscono molto. E comunque si, molto meglio certi cartoni che alcune cose trasmesse in tv. E forza Cristina D’Avena, compagna di tanti pomeriggi e momenti spensierati!!
Un abbraccio cara e grazie dei tuoi post ♥

Grazia
1 anno fa
Reply to  Enrica Masino

Ciao Enrica, ma dai, hai indovinato! E’ la mitica Sailor Moon, un cartone davvero da approfondire con lo “sguardo adulto”… è sempre un piacere leggere i tuoi piacevoli post. Un abbraccio e buona serata cara…ah, grazie dei complimenti, sei molto gentile e carina, li apprezzo molto ♥

Gresi
1 anno fa

Di questi che hai citato seguivo anche io assiduamente Heidi ma anche le Wings. Mi piaceva moltissimo anche Piccoli problemi di cuore, Rossana, Lady Oscar e tanti altri 🤗🤗

Silvia
1 anno fa

Ciao Enrica, ma quale post lungo, a me piace. Post così li paragono a una bella chiacchierata al bar tra amiche. Tra l’altro, anche se sono più grande di te e la lista dei tuoi cartoni animati li conosco solo per aver letto la trama o guardato qualche immagine, io li adoro e li guardo tutt’ora. Heidi da bambina non mi piaceva guardarla perché mi stava antipatica, mentre il mio cartone del cuore è Milà e Shiro due cuori nella pallavolo. E lady Oscar. Altri che mi piacevano sono hello Spank, Milly un giorno dopo l’altro. Un bel cartone Animato recente da consigliarti invece è violet evergarden. Grazie per i commenti sul mio blog. Li apprezzo molto. Se ti fa piacere puoi anche vedere l’altro mio blog incamminoconar.it

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