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Ombre Bianche – Recensione Film

Recensione Film: Ombre Bianche
Regia: Nicholas Ray
Interpreti: Anthony Quinn, Yōko Tani, Carlo Giustini, Peter O’Toole, Marie Yang, Marco Guglielmi:, Kaida Horiuchi,
Genere: Avventura
Anno: 1960

Salve a tutti e bentornati in questo mio piccolo angolo di web!

Oggi è con grande emozione che vi parlo di Ombre Bianche, il film tratto dal romanzo Paese Dalle Ombre Lunghe che, come sapete, ha lasciato un segno indelebile nel mio cuore. Vedere questo film è stata per me un’esperienza pazzesca, ho ritrovato le stesse sensazioni che avevo provato con il libro e – nonostante qualche differenza – l’ho amato alla follia.

Inuk è un Inuit che non ha ancora trovato moglie. Dopo aver sposato, in modo alquanto insolito, la giovane Asiak vivrà la tranquilla vita Inuit, tra tradizioni, ingenuità e caccia. La sua esistenza è però il simbolo dei cambiamenti portati dall’uomo bianco e dimostra l’ipocrisia dell’epoca coloniale. Tra persone che approfittano della bontà degli Inuit e il racconto della cultura di questa affascinante popolazione lo spettatore scopre una realtà lontana e inimmaginabile.

Nonostante Ombre Bianche sia leggermente diverso da Paese Delle Ombre Lunghe riesce a mantenere intatto lo spirito del romanzo. Equilibrato – a volte anche lento – fa capire fin da subito che non è un film per tutti e che non gli interessa esserlo. Questa è una pellicola che vuole raccontare la bellezza di una cultura lontana e sottovalutata e nello stesso tempo riportare nel modo più fedele possibile la storia raccontata nel libro.

Inuk (che nel libro si chiama Ermenek) e Asiak, infatti, sono identici alla loro controparte cartacea. Ne mantengono intatto il carattere, le idee e il modo di pensare. Le loro vicende legate agli ‘uomini bianchi’ rimangono invariate anche se con qualche piccolo taglio (a causa di motivi di tempo). Il romanzo, infatti, pur essendo breve, racconta un’enorme quantità di eventi e sarebbe stato impossibile raccontarli tutti in un solo film.

Proprio per questo motivo la storia si interrompe a metà di quella del romanzo, omettendo quindi tutta la parte che riguarda i figli dei protagonisti e concentrandosi solo su Asiak e Inuk. E’ stata quindi eliminata anche la parte dove si fa riferimento al Paese Delle Ombre Corte e tutto il discorso controverso – ma molto veritiero – legato al cristianesimo.

Ci sono poi tantissime piccole differenze che però non intaccano l’anima dell’opera originale. Il film quindi procede mostrando la vita tranquilla della famiglia. Ovviamente tranquilla per modo di dire, visto il freddo immenso e la caccia che è praticamente perenne. Ecco, sotto questo punto di vista il film non è per le persone facilmente impressionabili. La crudezza del romanzo è infatti mantenuta e la pellicola non risparmia anche scene piuttosto scioccanti (soprattutto ai giorni nostri).

Va detto, però che non sarebbe potuto essere altrimenti. La prima parte di Paese Dalle Ombre Lunghe, infatti, si concentrava molto sulle vere usanze degli Inuit e il film si basa proprio sulla prima parte. Non per niente in alcuni momenti interviene una voce fuori campo che spiega alcune cose in stile documentaristico. E sì, la prima parte è un po’ un documentario. Del resto il mondo degli Inuit è così lontano dal nostro chee senza una cospiqua introduzione non riusciremmo ad apprezzare la storia.

Per quanto riguarda il ritmo del film – come ho già detto – spesso cambia. La prima parte è leggermente più lenta mentre la seconda procede più spedita. Del resto è il momento in cui si entra nel vivo di Ombre Bianche e visto che ormai conosciamo il luogo possiamo concentraci sulle avventure della coppia. E bisogna dire che non mancheranno i dispiaceri, nonostante l’apparente serenità della loro esistenza. Qui, però, almeno gli vengono risparmiate tutte le disgrazie che invece dovranno affrontare nel romanzo.

Un ulteriore cosa che va lodata di questo film è sicuramente la fotografia. Le riprese sono eccezionali, evocative e d’effetto. Ricalcano veramente al meglio le atmosfere del libro e non era facile, contando sul fatto che il paesaggio è fatto solo di neve e ghiaccio. Una serie di luoghi magici che trasportano lo spettatore in un mondo lontano e apparentemente irraggiungibile.

In sostanza Ombre Bianche è un film molto bello, che rende giustizia ad un romanzo che non voleva essere per tutti. Fregandosene di botteghini e successo mantiene viva l’essenza del libro, diventandone una perfetta controparte cinematografica. Personalmente sono dispiaciuta che non abbiano fatto un seguito dedicato alla seconda parte ma comprendo che certi argomenti fossero troppo scomodi per l’epoca.

Bene, la recensione è finita e io sono curiosissima di sapere cosa ne pensate voi! Avete visto Ombre Bianche? Lo vedrete? Fatemelo sapere nei commenti! Come sempre vi ringrazio per il tempo che avete dedicato alle mie parole.

Al prossimo post!

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