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Il Settimo Velo – Recensione Film

Recensione Film: Il Settimo Velo
Regia: Compton Bennett
Interpreti: James Mason, Ann Todd, Herbert Lom, Hugh McDermott, Albert Lieven, Yvonne Owen,
Genere: Drammatico
Anno: 1945

Salve a tutti e bentornati in questo mio piccolo angolo di web!

Oggi parliamo nuovamente di cinema classico con Il Settimo Velo. Ebbene si, anche durante l’epoca d’oro il cinema prendeva i suoi granchi e perché questo film abbia preso l’oscar resta per me un enorme mistero. Penso che sia uno dei film più scialbi che abbia visto, non c’è mezza – e dico MEZZA – cosa che funzioni e tutto rimane così senza senso che alla fine ti chiedi… ma che diamine ho visto? Ma prima di iniziare a recensire ecco la trama di cotanta bruttezza bellezza!

Francesca è una giovane pianista che a seguito di un incidente d’auto crede di non poter più suonare (cosa che non è vera). Viene quindi chiamato uno psichiatra che possa aiutarla a superare l’ostacolo. Scopriamo quindi tutta la storia della protagonista, dalla sua infanzia in un collegio femminile fino alla vita con l’unico parente rimasto, uno zio acquisito dall’atteggiamento piuttosto discutibile. Quest’ultimo intravede il talento della giovane e decide di insegnarle tutto quello che sa sul pianoforte per poi farla iscrivere al conservatorio. Dopo i primi concerti i successi non tardano ad arrivare ma il caro zio continua a voler tenere il controllo della vita di Francesca rendendola sostanzialmente prigioniera.

La trama non era neppure male e infatti, diciamolo, la trama così com’è non è un problema. Il problema sono i personaggi a partire dalla stessa Francesca. La giovane, per tutto il film, dimostra di essere molto passiva nei confronti delle figure maschili di questo film: si fa comandare a bacchetta dallo zio acquisito Nicola, e successivamente dal secondo fidanzato e dallo psichiatra. In tutto quello che fa viene sempre indirizzata, non prende mai una vera iniziativa e l’unica volta che lo fa ricade subito nel suo essere sostanzialmente un automa. E si, fa così fino alla fine del film. Non aspettatevi colpi di scena perché non ce ne saranno.

Se Francesca è problematica non possiamo che dire lo stesso di Nicola lo zietto! Pianista fallito, sempre incavolato con il mondo, usa – e utilizzo apposta questo termine – Francesca come il mezzo di un riscatto personale. E lei, dal canto suo, si fa usare. Certamente un bell’esempio. Non possiamo poi non nominare tutta la serie di ‘pregi’ di Nicola: freddo, distaccato, ossessionato, arrogante, sempre solo incentrato su se stesso… e in certi momenti sembra quasi che sia lui a sentirsi la vittima nel momento in cui lei lo tratta con freddezza.

E adesso veniamo alla trovata migliore di questo film: lo psichiatra che teoricamente dovrebbe aiutare Francesca a superare il trauma e a riprendere in mano la sua vita. C’è solo un piccolo problema: il nostro caro medico è IDENTICO a Nicola. Ha lo stesso carattere, non cambia niente! E’ arrogante, presuntuoso, si crede chissà chi… forse è persino messo peggio di Nicola. E QUESTO LA DOVREBBE AIUTARE?! MA COS’È?! UNO SCHERZO?! Probabilmente più il sintomo di una sceneggiatura scritta alla bell’e meglio. E dico così perché non voglio pensare che sia stato fatto con l’intenzione.

Il punto però è che forse lo è. Si, perché alla fine quando finalmente lo psichiatra ha ‘aiutato’ Francesca è lui stesso ad annunciare che lei è una donna diversa e dice a Nicola (e anche al fidanzato di lei) che adesso prenderà in mano la sua vita. A questo punto ci si aspetterebbe che lei li rifiutasse in massa con un bel “ma chi vi vuole!” e invece sapete cosa fa? Torna da Nicola. Felice e sorridente. E ne è pure innamorata. Ora… ditemi se non è uno scempio! COME SI FA A SCRIVERE UNA STORIA COSÌ?! Come si fa a non vedere le innumerevoli incongruenze?! MA CHE ROBA È?!

Non avevo mai visto un film dell’epoca classica più brutto di questo e non posso neppure dare la colpa da Hayes perché nulla del genere era previsto nel codice. C’erano alcune limitazioni ma non c’era scritto ‘fate passare i legami sentimentali malati come qualcosa di bello e desiderabile”! Perché qui succede proprio questo. Il comportamento di Nicola viene in qualche modo giustificato (o comunque il film ci prova) e l’atteggiamento di lei viene fatto passare per corretto. Perché certo, uno/una/un* ti tratta male per tutta la vita e tu che fai? Ti ci metti insieme, ovvio! E’ sicuramente questa la scelta più sensata!

Scusate la recensione sclerata ma veramente… io BOH!

Uh, adesso vi starete chiedendo che diamine di senso abbia il titolo. Beh, c’entra qualcosa con la psicoanalisi. Peccato che qui non ce n’è neanche l’ombra. TOP!

Bene, anche questa recensione è finita e io sono curiosissima di sapere cosa ne pensate voi! Avete visto Il Settimo velo? Lo guarderete? Fatemelo sapere nei commenti! Come sempre vi ringrazio per il tempo che avete dedicato alle mie parole!

Al prossimo post!

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