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Gente Di Dublino – Recensione Libro

Recensione Libro: Gente Di Dublino
Autore: James Joyce
Genere: Drammatico, Raccolta Di Racconti
Anno: 1914

Salve a tutti e bentornati in questo mio piccolo angolo di web!

Oggi finalmente riesco a portarvi la recensione di un classico che mai avrei immaginato così bello: Gente Di Dublino, la famosissima raccolta di racconti di James Joyce. Come per tutte le altre raccolte recensite su questo blog vado a fare una mini recensione per ogni singola storia.

Le sorelle

Il primo racconto parla di un ragazzo che apprende la morte di un Prete che frequentava e che viveva con due sorelle. Il ragazzo e la sua famiglia le vanno a trovare e scoprono che già da un po’ il Prete soffriva di esaurimento nervoso.

Racconto molto breve, probabilmente troppo, per quanto mi riguarda non è certamente il migliore della raccolta. Di per sé non è una brutta storia ma mi ha dato l’impressione di essere senza capo né coda, un semplice momento di vita quotidiana che sembra più che altro la parte centrale di un racconto. Non uno dei miei preferiti dunque, anche se apprezzo il tentativo di narrare un semplice momento con l’unico obiettivo di raccontare uno stralcio di vita quotidiana. Lo stesso intento che sarà proprio di tutti gli altri racconti che però saranno sviluppati meglio.

Un Incontro

Un ragazzino e i suoi compagni marinano la scuola per un giorno per vivere qualche avventura. Nel corso della giornata incontrano un prete che comincia a far loro ramanzine senza senso sulla vita e sull’amore spesso contraddicendosi.

Anche qui, secondo me siamo di fronte ad un racconto che non ha né capo né coda e che, nel complesso, non aggiunge nulla alla raccolta: se non ci fosse stato probabilmente sarebbe stato lo stesso e trovo che non sia all’altezza dei racconti successivi.

Arabia

Un ragazzino è innamorato della sorella di un suo amico che desidera tanto andare ad una fiere che si chiama “Arabia”. Il nostro protagonista non ha mai avuto la possibilità di parlare e quando finalmente ci riesce e lei gli rivela questo desiderio decide du andarci lui, visto che lei non potrà andare, e di portarle un piccolo regalino. La sera in cui c’è la fiera, però, tutto rema contro di lui e complice il ritardo di un famigliare e un pessimo trasporto pubblico il nostro protagonista arriverà quando sarà già quasi tutto chiuso e gli ultimi pezzi acquistabili saranno dei vasi che non si può permettere.

Dopo due racconti che non mi avevano entusiasmata ecco che arriva questo, per quanto mi riguarda decisamente più carino. Ho empatizzato molto con il protagonista e con la sua delusione/frustrazione per essere arrivato tardi e per non aver avuto la possibilità godersi la serata che aspettava da tanto anche a causa della famiglia che lo calcola in modo relativo e gli fa perdere molto tempo. Anche in questo caso non siamo di fronte al racconto migliore della raccolta ma sicuramente è una di quelle storie che fanno emozionare perché anche a me è capitato di perdere qualche evento o arrivare tardi per cause di forza maggiore e poi rimanerci male. Molto carino.

Eveline

Una donna riflette sulla sua vita e su come sia andata mentre aspetta l’alba per partire verso una nuova esistenza con il suo innamorato. La sua esistenza è stata triste e frustrante eppure al momento di partire la paura dell’ignoto prende il sopravvento e all’ultimo momento decide di restare a Dublino.

Il racconto più acclamato, quello che ti fanno studiare sui libri di scuola quando si parla di Gente Di Dublino, Evelyne è probabilmente il racconto migliore della raccolta e anche quello che fa più male al lettore. Vedere la protagonista perdere l’unica opportunità di essere felice è qualcosa che ci induce a riflettere sulla nostra di vita per provare a capire se forse, anche noi, abbiamo perso delle opportunità importanti per paura dei cambiamenti che avrebbero comportato. L’avevo già letta e studiata a scuola ma mi è nuovamente salito il magone e anche una leggera ansia.

Dopo La Corsa

Un ragazzo si sperpera gran parte di tutto quello che ha durante una serata di divertimento con gli amici perdendo quasi tutto ad una lunghissima partira a poker.

Un racconto molto strano che mette in risalto le parti girgie dell’animo umano e la sua propensione ad essere spesso illogica compiendo anche gesti un po’ avventati. In questo caso, però, il protagonista non si pente di aver perso una bella sommetta perché il divertimento della serata ha avuto per lui un grandissimo valore. Si può concordare oppure no però credo che sia indubbio che qualche volta valere la pena di “strafare” un pochino. Stralcio di vita che ho apprezzato molto e in cui ho ricontrollato, in parte, me stessa.

I Due Galanti

Due amici camminiamo per Dublino scambiandosi opinioni sull’amore e uno dei due racconta all’altro che na deciso fare la proposta di matrimonio alla sua nuova conquista per poi vivere sulle sue spalle. I due poi si separano e l’amico che ha ascoltato l’intenzione dell’altro riflette sulla sua vita senza amore e segnata dall’alcol. Quando i due si rincontrano quella sera scopriamo che la proposta è stata accettata (purtroppo).

Un racconto che, come molti altri di questa raccolta, non ha una trama vera e propria. Non ne ho capito bene l’intento ma mi ha emozionata e tanto mi basta. Non sarà il più incalzante della raccolta ma l’ho letto con una certa voracità e ha lasciato un segno dentro di me, anche se non saprei dire esattamente per quale motivo. Se l’avete capito meglio, fatemelo sapere nei commenti!

Pensione Di Famiglia

Polly è una ragazza di diciannove anni che lavora nella pensione della madre. La clientela è principalmente composta da artisti e, all’insaputa della madre, intrattiene una relazione con uno di loro. Senza che nessuno lo sappia rimane incinta e la madre, che capisce subito la situazione, decide di andare a parlare con il ragazzo per convincerlo a sposare Polly.

Anche questo racconto è decisamente piacevole, uno stralcio di vita ma con inizio e un finale aperto che ho veramente apprezzato. I protagonisti sono tutto sommato simpatici ed è stato interessante seguire i pensieri di entrambi nel momento in cui capiscono che se non si sposassero sarebbe un problema per entrambi (lei sarebbe svergognata e lui perderebbe il lavoro e dovrebbe andarsene dalla città). È un racconto che ho trovato claustrofobico perché di fatto sono entrambi obbligati a sposarsi anche se, almeno da parte di lei, c’è un certo entusiasmo perché in fondo era quello che voleva. Forse non uno dei più memorabili ma sicuramente uno dei più ansiosi vista la situazione sostanzialmente senza via d’uscita per entrambi.

Una Piccola Nube

Thomas, un uomo estremamente timido, sta per rivedere un amico partito tanti anni prima che pare abbia fatto successo in Europa. Quando lo incontra, di fatto, l’amico è abbastanza deludente ed è rimasto la persona un po’ meschina che era sempre stata. Eppure Thomas prova una punta di invidia e pensa che, tutto sommato, potrebbe anche lui provare a fare fortuna. Ha sempre avuto la passione per la poesia, è acculturato. Pensa davvero di poterlo fare ma quando torna a casa da una moglie fredda che non ama e da un figlio in fascia le sue fantasie si perdono e Thomas torna alla realtà.

Uno dei miei racconti preferiti! Ho apprezzato tantissimo il personaggio di Thomas, un uomo mite ma molto acculturato e di talento che viene però frenato da una grande timidezza ed è incastrato in una vita che non gli piace con una donna che ormai non ricorda per quale motivo abbia sposato e un figlio in fasce di cui probabilmente non è ancora pronto per prendersi cura. Sminuito dall’amico e anche dalla moglie alla fine dovrà rinunciare ai suoi progetti appena nati perché per quanto la sua vita sia triste ha comunque delle responsabilità. Nonostante abbia apprezzato la sua scelta sul finale mi è rimasta comunque una grande malinconia perché di persone come lui, incastrate in una vita infelice e senza via d’uscita, ne ho conosciute tante e vedere il loro sguardo deluso fa sempre male.

Rivalsa (o Un Ave Maria o Contropartita)

Ferringthon è un impiegato infelice e dipendente dall’alcol che viene costantemente rimproverato perché non riesce a portare a termine il suo lavoro. Durante una giornata in cui alza il gomito e spende tutto ciò che ha cerca di rivalersi sul suo capo, ottenendo soltanto una grandissima umiliazione.

Racconto molto particolare e anche ingannevole perché all’inizio ho provato un po’ di tristezza per quest’uomo insoddisfatto dalla propria vita che cerca nell’alcol l’illusione di chissà cosa e cerca di farsi valere quando, oggettivamente, il suo capo ha veramente tanti buoni motivi per lamentarsi di lui. Tuttavia l’autore ribalta tutto sul finale quando scopriamo che il protagonista è nella realtà un uomo molto violento con la moglie e con il figlio su cui riversa tutte le frustrazioni della sua vita. Veramente un ottimo racconto, di quelli che lasciano il segno.

Polvere (o Cenere)Maria è una lavandaia abbastanza avanti con l’età che si prepara a passare una serata in compagnia di vecchi amici, una piacevole distrazione in una vita monotona e molto solitaria. Tuttavia, nonostante l’allegria della serata, la storia è pervasa da una certa tristezza, la stessa che caratterizza la vita della protagonista.

Probabilmente uno dei racconti che più mi ha fatto soffrire, la storia di Maria e della sua vita segnata dalla solitudine ha toccato molte corde del mio cuore perché, anche in questo caso, ho conosciuto molte persone segnate da un’esistenza infelice e solitaria. Quello di Maria è veramente uno stralcio di vita, uno pezzettino di esistenza vera e a autentica che si può facilmente ritrovare nella vita di qualcuno. Anche la festa in famiglia, infatti, è tutt’altro che perfetta proprio come quelle reali ed è proprio questo che la rende così dolce e nello stesso tempo malicolnica da leggere.

Un Caso Pietoso (o Un Increscioso Incidente)

James Duffy è un uomo solitario amante della musica. Semi eremita perché rimasto sempre deluso dalle persone una sera incontra Sinico una donna che si rivela sensibile e intelligente e con cui lui si apre totalmente. Quando lei però gli rivela di essere innamorata di lui James la respinge forse per timore e da quel momento non la vedrà più. Quattro anni dopo apprende da un giornale che Sinico è morta, probabilmente suicida, e lui si rende conto di averla abbandonata al suo destino e di essere ormai solo.

Che storia dolorosa! Questo racconto è uno di quelli che ho amato di più: mi ha fatta sorridere all’inizio, indignare successivamente e mi ha spezzato il cuore sul finale perché di fatto entrambi questi personaggi sono condannati ad un’infelicità che li divora. Infatti se da un lato la povera Sinico è morta per via dello spezzarsi dell’ultimo sogno che la teneva in vita, dall’altro James dovrà convivere per sempre con il rimorso, con il rimpianto di ciò che satebbe potuto essere se solo non avessi avuto così paura di qualsiasi legame umano e con la consapevolezza di essere solo,forse ormai in modo irrimediabile vista la sua scelta di auto isolamento. È uno di quei racconti che fa riflettere sulle occasioni perdute e sui timori che ci limitano e ci allontano dalla felicità.

Il Giorno Dell’Edera

Durante una campagna elettorale per l’elezione del gli incaricati fi raccogliere i voti si stanno riparando dal freddo. Nel frattempo bevono birra e parlano di politica facendo assurde congetture e anche molti discorsi sensati mentre aspettano di ricevere la paga della giornata.

Questo racconto non è altro che un lunghissimo dialogo tra tutti i protagonisti. Non nego che non è una delle storie che mi è rimasta più impressa ma ciò non toglie che sia comunque un racconto godibile e a suo modo leggero (sicuramente all’epoca l’impatto della discussione politica è stato diverso, al giorno d’oggi penso che abbia perso un po’ il suo significato). Infatti è un dialogo molto tranquillo tra amici che cercano in realtà solo di passare il tempo mentre aspettano la paga dal loro superiore. Tuttavia il candidato che li ha mandati a raccogliere voti rimanda, come sempre, il pagamento e questa è probabilmente la parte più attuale del racconto che ci mostra una politica Dublinese scorretta e sicuramente poco onesta. Nonostante ciò, però, trovo che il racconto rimanga principalmente leggero senza l’intenzione di fare la morale a qualcuno.

Una Madre

La signora Kearney è una donna di buona famiglia e ci tiene che le sue figlie abbiano il miglior futuro possibile. Quando scopre quindi che una di loro, Kathleen, è stata nominata per accompagnare quattro serate di un importante concerto è al settimo cielo. Tuttavia i concerti si rivelano un mezzo fiasco e la signora Kearney è molto contrariata anche perché una delle serate viene annullata. All’inizio dell’ultimo concerto, quindi, chiarisce che anche se i concerti non hanno avuto il successo sperato Kathleen dovrà comunque essere pagata. Tuttavia i guadagni non sono stati buoni e così gli organizzatori le dicono che possono anticiparle una metà e darle la seconda la settimana successiva. La signora Kearney inizia quindi a sbraitare pretendendo l’intera somma subito senza sapere che questo comportamento comprometterà la prometterà carriera della figlia.

Questo racconto mi ha fatto riflettere molto perché la signora Kearney aveva tutte le ragioni per essere arrabbiata e per farsi valere eppure so per esperienza che ci sono dei momenti nella vita in cui purtroppo è necessario accettare qualche piccolo compromesso soprattutto quando si è agli inizi cone Kathleen. In questo caso, quindi, fa un lato mi sono ritrovata a dare ragione alla signora Kearney dall’altro però trovo avrebbe fatto meglio ad accettare di prendere il compenso con qualche giorno di ritardo per essere sicura di non compromettere la carriera musicale della giovane figlia. È un racconto che mi ha lasciata con l’amaro in bocca e con un grande senso di angoscia per Kathleen, ignara che non potrà più avere quel futuro che tanto sognava.

La Grazia

Kernan è un venditore caduto nella trappola dell’alcolismo. Una sera, dopo aver bevuto troppo, viene riportato a casa dai suoi amici che il giorno successivo cercano di convincerlo a prendere parte ad un ritiro spirituale con loro nella speranza che questo lo aiuti a smettere di bere.

Racconto oggettivamente molto comico che si basa sulla conversione tra questi amici che discutono di religione senza capirci nulla e dimostrando di essere molto ignoranti sull’argomento. Dal canto suo anche il ritiro spirituale si rivela una cosa molto superficiale dove la religione viene ridotta a quella che noi oggi definiremmo una commericialata. Credo che sia l’unico racconto veramente divertente di tutta la raccolta, è riuscito a strapparmi più di un sorriso e fa anche molto riflettere su come molto spesso la superficialità dilaghi nella nostra società.

I Morti

Gabriel e la moglie Gretta sono invitati, come ogni anno, alla festa annuale tenuta da due zie nubili e dalla loro nipote per l’Epifania. Il racconto della serata procede allegro e senza intoppi fino a quando alla fine della serata Gretta non sente una canzone che la rende molto pensierosa. Arrivati nella stanza d’albergo dove alloggiano Gabriel vorrebbe passare una notte d’amore con la moglie ma lei è molto triste e gli racconta il motivo per cui quella canzone l’aveva turbata tanto.

Ed eccoci arrivati al mio racconto preferito, quello che ha lasciato in me un segno indelebile. La storia, infatti, presenta un finale decisamente malinconico ma è anche l’unico racconto che sembra lasciare un po’ di speranza per il cambiamento del protagonista. Ciò che ha reso questo racconto il mio preferito in assoluto è stato proprio il finale oltre ad una serie di pagine dedicate alla festa in famiglia che mi hanno davvero scaldato il cuore. Quando sul finale Gabriel riflette sulla morte, sul fatto che le zie sono molto anziane presto potrebbe non esserci più nulla da festeggiare mi si è spezzato il cuore. In ogni caso ho trovato queste riflessioni assolutamente azzeccate. In più Gabriel è un personaggio molto sentimentale e anche se non sempre ho concordato con le sue azioni non ho potuto fare a meno di trovarlo adorabile.

Conclusione

Gente Di Dublino è un libro che racconta stralci di vita di persone comuni e, al di là delle singole storie, è esattamente ciò che speravo di trovare e anche di più. È un libro sui dolori dell’esistenza, sui rimpianti, su futuri sempre uguali ma è anche un libro sulle piccole cose che celebra la bellezza dei momenti felici della vita in modo assolutamente sentimentale. Mai avrei pensato di ritrovarmi tanto in queste pagine e di innamorarmi dei concetti espressi nel loro complesso, le mie aspettative sono state ampiamente superate e il libro è entrato subito nella lista dei miei preferiti. Non aggiungo nient’altro se non che se volete farvi un regalo dovete leggere questo classico meraviglioso. Grazie James Joyce per questa bellissima eredità.

Bene, anche questa recensione (diversa dal solito) è finita e io sono curiosissima di sapere cosa ne pensate voi! Avete letto Gente Di Dublino? Lo leggerete? Fatemelo sapere nei commenti! Come sempre vi ringrazio per il tempo che avete dedicato alle mie parole!

Al prossimo post!

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