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Uncanny Valley: La Valle Del Perturbante

Salve a tutti e bentornati in questo mio piccolo angolo di web!

Oggi dopo tantissimo tempo affrontiamo un argomento legato all’intelligenza artificiale: l’Uncanny Valley. Si tratta di un questione che mi interessa molto legata principalmente ai Social Robot, quindi ai robot che sono stati programmati per interagire nel modo più naturale possibile con gli esseri umani. Tuttavia è un tema che si estende anche ad altri ambiti come ad esempio al cinema, alla letteratura e via discorrendo.

Uncanny Valley: Cos’è La Valle Del Perturbante?

L’Uncanny Valley è una teoria presentata da Mashiro Mori nel 1970. Sostanzialmente applicata alla robotica, indica che gli esseri umani sono più propensi ad interagire con intelligenze artificiali antropomorfe, in quanto gli esseri umani sono ciò con cui abbiamo più familiarità. Tuttavia una volta raggiunto un realismo troppo pronunciato le persone cominciano a provare un profondo senso di turbamento o addirittura di repulsione nei confronti del robot.

L’Uncanny Valley E La Robotica

Come abbiamo detto l’Uncanny Valley è una cosa che riguarda soprattutto la robotica ed è diventata molto importante da quando si è cominciato a creare androidi che dovrebbero, in futuro, interagire con noi. Nel tentativo di rendere più empatiche le IA, quindi, ci si è avvicinati sempre di più al riprodurre una fisionomia che fosse simile a quella umana fino ad arrivare a robot che sono in grado di riprodurre le espressioni del viso umano e quindi di dare un feedback più chiaro a chi gli sta di fronte.

Tuttavia non è tutto oro ciò che luccica e il voler rendere troppo umani i robot spesso non ha dato i risultati sperati. Del resto riprodurre in modo veramente fedele le espressioni del volto umano non è facile e alcuni risultati – nonostante fossero fluidi – hanno finito per sfociare in un grottesco inquietante. La robotica ha quindi scoperto un nuovo fattore di cui dovrà tenere conto.

La Valle Del Perturbante Nel Cinema

Tuttavia la robotica non è ‘unico settore che deve fare i conti con l’Unvcanny Valley: anche il cinema ha dovuto cominciare a tenere conto dell’impressione che può fare una tereminata immagine. Questo discorso si applica soprattutto alla computer grafica, che se utilizzata nel modo sbagliato può diventare inquietante. Per esempio nel film Alita – Angelo Della Battaglia (che personalmente ho apprezzato solo in parte) alcune persone hanno trovato disturbanti gli occhi di Alita. In effetti hanno una dimensione esagerata che se in un manga non dà alcun fastdio (perché sono disegni), sul volto di un’attrice in carne ed ossa può risultare disturbante (dico può, perché non tutti sono sensibili a tutte le forme di Uncanny Valley).

Opportunità…

Ebbene si, nel cinema l’utilizzo dell’uncanny valley può rivelarsi molto utile soprattutto per film horror e storie volutamente disturbanti. La cosa migliore è che non c’è sempre bisogno della computer grafica, in quanto l’Uncanny Valley può essere provocata anche da una persona (come ad esempio un’attore) che non si comporta come un’essere umano si comporta di solito. Un esempio lampante può essere Shining: la scena di Jack che sfascia la porta per inseguire la moglie ci mostra un uomo in carne ed ossa eppure ci si rende subito conto che in Jack non c’è più nulla di umano. Ecco, questo è un buon esempio di Uncanny Valley che non ha nemmeno avuto bisogno della CGI. Perché in fondo l’Uncanny Valley si presenta proprio quando vediamo qualcosa che in teoria dovremmo percepire come normale o famigliare e invece non lo è affatto.

…Ma Anche Un Arma Doppio Taglio

Ebbene, se per il cinema horror, thriller e via discorrendo l’Uncanny Valley può essere una carta vincente per alti generi cinematografici può risultare un problema, soprattutto con la CGI. Un esempio lo è appunto Alita dove la protagonista avrebbe dovuto suscitare empatia e invece ha impressionato alcune persone. ATTENZIONE: L’Uncanny Valley non va confusa con la CGI malfatta, quella è un’altra storia (e poi solitamente la CGI fatta male fa più che altro ridere).

L’Uncanny Valley In Letteratura

Si, l’Uncanny Valley esiste anche in letteratura e un esempicho perfetto è La Meravigliosa Macchina Di Pietro Corvo, un libro bellissimo che ho letto qualche tempo fa e che racconta in modo semplice in che cosa consista l’Uncanny Valley in generale. La si prova anche ovviamente nel corso della storia, ma in modo abbastanza blando ed è quindi perfetto anche per le persone più sensibili.

Tutti Subiscono L’Uncanny Valley?

Come tutte le cose anche l’Uncanny Valley dipende dalla sensibilità della singola persona e dal suo grado di impressionabilità. Per esempio a me gli occhioni di Alita non hanno fatto alcun effetto, anzi li ho trovati molto carini così come non mi fanno effetto le espressioni dei robot (ma vabbè, io adroto i robot quindi non faccio testo). Tuttavia per esempio trovo perturbanti i film particolarmente splatter o gli insetti enormi… insomma, è tutta un questione di sensibilità, non è detto che una cosa ritenuta perturbante da molti faccia effetto anche a noi.

Perché Questo Post?

Beh, il motivo è più banale di quanto pensiate: non avevo ispirazione, haha! Ebbene si, non sapevo cosa scrivere e per puro caso ho ritrovato per l’appunto La Meravigliosa Macchina Di Pietro Corvo che avevo letto e recensito tempo fa. Mi sono così ricordata del fatto che volevo parlare di questo argomento ed ecco qui questo post! E poi diciamocelo, era da troppo tempo che non parlavo di robot. Ne sentivo il bisogno!

Bene, questo post è finito e io sono curiosissima di sapere cosa ne pensate voi! Avevate mai sentito parlare dell’Uncanny Valley? Avete mai provato questa specie di turbamento? Fatemelo sapere nei commenti! Come sempre vi ringrazio per il tempo che avete dedicato alle mie parole.

Al prossimo post!

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Zosma
Zosma
3 anni fa

Non avevo mai sentito parlare di niente del genere. Adoro i tuoi articoli perché tratti sempre argomenti che io non avevo mai nemmeno sentito nominare

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