Recensione Serie TV: Lost In Space – Prima Stagione
Regia: Tim Southam, Deborah Chow, Alice Troughton, Neil Marshall
Interpreti: Toby Stephens, Molly Parker, Maxwell Jenkins, Taylor Russell, Mina Sundwall, Ignacio Serricchio, Parker Posey, Brian Steele
Genere: Fantascienza, avventura
Anno: 2018
Salve a tutti e bentornati in questo mio piccolo angolo di web!
Oggi continuiamo con la recensione della seconda stagione di Lost In Space anche perché se aspetto ancora un po’ finisco per perdermi i pezzi per strada. Questa seconda parte è stata decisamente migliore della prima: più avvincente, parte bene fin da subito e continua ancora meglio con un mood più cupo e avventuroso.
La famiglia Robinson è ancora dispersa nello spazio e ora è relegata su un pianeta ancora più ostile del precedente. Dopo sette mesi passati in una sorta di mutua rassegnazione grazia alla dottoressa Smith la famiglia decide di darsi da fare per cercare di lasciare il pianeta e tornare in orbita. Il loro viaggio ricomincia tra ritorni di personaggi amatissimi e l’arrivo di nuovi antagonisti ai quali si sputerebbe volentieri in un occhio. Tra un disastro e l’altro riusciranno ad arrivare ad Alpha Centauri?
Come dicevo la seconda stagione di Lost In Space parte col botto. Più cupa, abbandona almeno in parte l’aria da film per famiglie/teenager che aveva caratterizzato la stagione precedente e procede mostrandoci personaggi più maturi e sfaccettati. Da questa crescita personale ne hanno guadagnato tutti e non si può che apprezzare la famiglia Robinson e le persone che ruotano attorno a loro.
Certo, la parte dedicata all’adolescente trio Robinson formato da Judy, Will e Penny è ancora determinante e molto presente ma anche loro sono cresciuti e sono un po’ meno immaturi di come li avevamo visti nella stagione precedente. Questo rende le loro storie più avvincenti e probabilmente veramente adatte a qualsiasi target (anche grazie ai personaggi di Judy e Penny qui finalmente tridimensionali e sfaccettati).
Con la nuova stagione arrivano però anche nuovi personaggi. Se il villain della vicenda non è granché – era difficile tenere testa alla dottoressa Smith – ci sono moltissimi personaggi nuovi che si faranno ricordare. La maggior parte di loro, ovviamente, sono personaggi grigi. Non sono né buoni né cattivi, credono semplicemente di stare dalla parte giusta. E così facendo commettono un sacco di errori perché non capiscono il punto di vista dell’altro. Però li si ama. Primo fra tutti Spaventapasseri, la new entry robotica. Pur apparendo poco è un personaggio cardine della vicenda e anche se non dice una parola traspare tutta la sua sofferenza e il suo essere attaccato alla vita.
Poi c’è Ben Alder, anche lui un personaggio grigio riuscitissimo. A seconda dei momenti lo si ama o lo si odia ma si comprende che c’è molto di più nella sua anima. In un certo senso è la controparte umana di Spaventapasseri, un po’ come Will lo è di Robot. Tuttavia se Will e Robot si capiscono perché hanno entrambi un carattere dolce Spaventapasseri e Ben sono così simili nella loro testardaggine e nel loro essere aggressivi che alla fine si respingono. Ma sono legati… o almeno è quello che ho percepito io.
Per quanto riguarda invece l’avventura in sè: che dire? Con il ritorno di Robot tutta la storia si complica e viene avvolta da un alone di mistero. Chi sono questi robot? Chi li ha creati? E perché? L’adrenalina è alle stelle per quasi tutta la serie, c’è più spazio per lo spazio (si finalmente sono effettivamente nello spazio) e tra una scoperta sconcertante e l’altra la storia la si divora. Il tutto è reso ancora più WOW da un duplice tentativo di salvataggio. Da un lato la missione dei Robinson (capitanati da un’eccezionale Maureen) per salvare i loro compagni, dall’altro il tentativo disperato di Will, Robot, Penny e Judy di salvare Spaventapasseri. Due storie che si susseguono, danno un buon ritmo alla vicenda e… regalano anche momenti toccanti.
Non c’è che dire, c’è stato un netto miglioramento dalla prima stagione. Questa seconda tornata di puntate ha un ritmo diverso, più svelto ma anche più equilibrato e ha il grande pregio di rimettere Will e Robot al centro della storia senza però trascurare gli altri personaggi. In più il finale cambia le carte in tavola. Perché forse non c’è in ballo solo l’arrivo ad Alpha Centauri, forse la storia di questo gruppo di sopravvissuti ha a che fare con la sopravvivenza (o la fine) della razza umana.
Insomma una seconda stagione con tutte le carte in regola. Non un’intermezzo, non una stagione di passaggio ma un vero e proprio continuo della vicenda. Ci sono tutte le basi per una stagione finale con i fiocchi! Spero davvero che sia stato portato a galla tutto il potenziale perché ce n’è davvero tanto. Certo, le opinioni che ho letto online non sono molto rassicuranti ma… chissà! Vedremo!
Bene, anche questa recensione è finita e io sono curiosissima di sapere cosa ne pensate voi! Avete visto Lost In Space? Lo guarderete? Fatemelo sapere nei commenti! Come sempre vi ringrazio per il tempo che avete dedicato alle mie parole.
Al prossimo post!
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