4 In Diario di viaggio di una blogger sentimentale

Le Ventisette Valige Di Ennesimo Quaranta – Non Recensione

(Non) Recensione Libro: Le Ventisette Valige Di Ennesimo Quaranta
Autori: Claudio Comini (Autore), Orazio Minneci (Autore), M. De Angelis (Illustratore)
Genere: Comico
Anno: 2001

Salve a tutti e bentornati in questo mio piccolo angolo di web!

Lo so, una settimana fa avevo detto che sarei tornata a scrivere su questo blog ma poi non ce l’ho fatta. Riprendiamo quindi da oggi e cominciamo questo nuovo anno di blog (per me settembre è come un capodanno) con la non recensione di una rilettura fatta quest’estate. Dico non recensione perché sarà più che altro altro il riassunto delle mie emozioni, riflessioni e sensazioni sull’esperienza della rilettura di un libro che è stato molto importante per la mia infanzia.

Le Ventisette Valige Di Ennesimo Quaranta, infatti, è stato il compagno delle mie estati per lungo tempo. Dopo averlo comprato ad una coloratissima bancarella di libri a Noli (in una ormai lontanissima serata stellata) per anni e anni l’ho riletto quasi tutte le estati. Poi, complice la crescita forse, ho perso l’abitudine e così non so più neppure io quanti anni fa l’abbia letto l’ultima volta. E proprio per questo motivo quest’anno – in un momento di blocco del lettore – ho pensato di riprenderlo in mano insieme ad altri libri letti tantissimi anni fa.

Ok, se devo essere sincera sono stata combattuta fino all’ultimo. Ho sempre un po’ paura di rileggere i romanzi letti quando ero piccola fa se ne conservo un bel ricordo. E se rileggendolo, non mi piacesse? E se non lo trovassi niente di che? Sono sicura di voler rischiare o è meglio conservarsi il ricordo della prima lettura? Per un po’ ho oscillato tra una decisione e l’altra ma alla fine mi sono decisa a rileggerlo. E, personalmente, posso dire che è andato in parte come avevo immaginato… e come temevo.

Non posso dire che le Ventisette Valgie Di Ennesimo Quaranta mi abbia deluso, al contrario. E’ rimasto un libro divertentissimo eppure nemmeno nei punti in cui da bambina mi sganasciavo sono riuscita a ridere. A volte qualche risatina per qualche genialata ma niente di più. E questo mi ha sorpresa molto perché anche se immaginavo che alcune trovate sarebbero state ormai fuori target per me non pensavo che le emozioni sarebbero state così lontane da quelle che avevo provato tanto tempo fa. Eppure, se ci penso. Avrei dovuto saperlo. In fondo ero alle elementari… santo cielo quanti anni sono passati? Non lo voglio sapere.

In ogni caso durante la lettura ho riflettuto molto. Da un lato è stato bello ritrovare le stesse parole, le stesse frasi, le stesse situazioni che all’epoca mi avevano fatto tanto ridere ma dall’altro mi sono resa conto che non ricordavo quasi nulla e proprio per questo avrei dovuto ridere ancora di più. La verità è che per tutta la durata della lettura non sono riuscita a fare a meno di pensare a quanto sono cambiata e in generale a quanto si cambia. E al fatto che forse non era nemmeno questo il motivo per cui non ho riso, o comunque non era l’unico. La verità è che sentivo che ero anche io a non essere nel mood.

Certo, sono cresciuta e sicuramente dopo tanto tempo sono anche abituata ad un’umorismo diverso. Meno “ingenuo” e più adulto, se vogliamo. Però è anche vero che quando leggo Topolino o anche altri libri per bambini e ragazzi se fanno ridere rido. E allora come mai con questo no? E la domanda mi sorge ancora più spontanea perché dopo qualche giorno ripensando ad alcune battute del libro ne ho visto la genialità e mi sono detta: “ma perché in quel momento non ho riso?”. Ho cercato una risposta e mi sono resa conto che in fondo volevo rileggere questo libro anche per questo. Ripercorrere a ritroso lo stesso percorso, guardare indietro per provare a ricordare qualcosa di più di un tempo che – me ne rendo conto solo ora mentre scrivo – è ormai davvero lontano.

Non così lontano di anni, in realtà. Si, anche di quelli, ma alla fine quanti potranno essere? Dodici? Quindici? No, non intendevo ricordi lontani solo in quel senso. Intendevo momenti che mi sembrano così lontani perché io sono così lontana da com’ero. Come se fosse passata un’eternità. Nel corso di questi ultimi due anni è come se mi fossi spenta. Sarà stata la pandemia, sarà che alla fine molte cose in cui credevo mi hanno delusa…sarà, sarà, sarà! Fatto sta che non posso negare di essermi un po’ spenta.

E così sono giunta alla conclusione che probabilmente non è solo il libro, ma sono anche io. Certo, sicuramente il fatto che abbia un bel po’ di anni in più ha fatto si che alcune cose siano ormai fuori target per me tuttavia mi rendo anche conto che l’ho letto in un momento in cui ero estremamente giù di corda. Non per niente, qualche giorno dopo, quanto mi sono sentita meglio, ho riso solo ripensando alle battute. Questa rilettura, per quanto possa sembrare strano, è stata illuminante e se la collego alle riletture successive che ho provato a fare dei miei libri preferiti mi rendo conto che tutto ha un senso. O meglio, mi rendo conto di che cosa ho perso lungo la strada, qualcosa di cui avevo già accennato in questo post. L’entusiasmo, la fantasia, la capacità di attuare la sospensione dell’incredulità sono tutte cose che ho un po’ dimenticato.

Per esempio, nello stesse settimane in cui ho riletto questo libro ho provato a rileggere anche due dei miei libri preferiti: Io, Robot e Tutti I Miei Robot e sono rimasta sorpresa da me stessa quando mi sono resa conto che stavo trovando alcune cose parecchio ingenue. All’inizio mi sono detta che le prime volte in cui li avevo letti non me ne ero accorta e che adesso me ne rendo conto di più perché la tecnologia è avanzata molto e si è allontanata ancora di più da quella che Asimov descriveva. Poi ripensandoci bene in realtà molte di quelle “ingenuità” (dovute anche al fatto che tutta la tecnologia di oggi non esisteva negli anni 50 e nessuno poteva immaginare come si sarebbe evoluta) le avevo già notate all’epoca. Solo che a quel tempo per me un “ingenuità”, persino un buco di trama era una scappatoia per espandere la storia all’interno della mia testa.

In sostanza, prima dove c’era un buco di trama vedevo un’opportunità.
Ora vedo soltanto un buco di trama.

Se da un lato il mio senso critico è migliorato dall’altro mi rendo conto che forse ho perso un po’ la capacità di sognare. E mi rendo anche conto che, alla fine, i miei libri preferiti non sono mai quelli perfetti ma semplicemente quelli che mi hanno fatto sognare di più. Perché alla fine è anche a questo che servono le letture. A farci volare via con la fantasia, quindi anche se hanno qualche “pecca” non è poi così importante.

Ok, volevo scrivere poco ma forse la cosa mi è
leggermente sfuggita di mano. Perdonatemi😅.

Arrivando alla fine del discorso, quindi, è che mi sono resa conto proprio adesso mentre scrivo che rileggere Le Ventisette Valige Di Ennesimo Quaranta è stata una scelta azzeccatissima. Ho trovato quello che stavo cercando, ho avuto la possibilità di farmi domande e darmi risposte sul perché nel corso del tempo mi sono così spenta. Gli ultimi tre anni, non lo nego, sono stata abbastanza micidiali (per me come per tutti) e la difficoltà nell’emergere come webmaster non è sempre facile da gestire. Tuttavia sento che il 2022/2023 (da questo settembre a settembre prossimo) sarà il mio anno, farò in modo che lo sia. E tra un anno, quando magari l’umore sarà migliore, proverò a rileggere Le Ventisette Valigie Di Ennesimo Quaranta e chissà che oltre ad una non recensione riesca anche a scrivere una recensione vera e propria.

Ok, mi rendo conto che mi sono dilungata terribilmente, ora la smetto di rompervi le scatole. Fatemi sapere cosa ne pensate di tutto questo, delle riletture, delle emozioni… di tutto quello che vi va. Come sempre vi ringrazio per il tempo che avete dedicato alle mie parole.

Al prossimo post!

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Il Mondo di SimiS
2 anni fa

È vero, andando avanti con gli anni i gusti cambiano. Io ad esempio per tutta la mia adolescenza ho letto solo King. Di recente ho voluto rileggere IT, libro che mi ha fatto conoscere l’autore a 14 anni, l’ho trovato lentissimo e troppo descrittivo. Insomma… ho mollato la lettura!!!

Silvia
2 anni fa

Siamo noi che cambiamo e non i libri. E non per forza servono passare anni, ma credo sia più il momento che viviamo