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Il Robot Dei Ricordi – Racconto

Racconto: Il Robot Dei Ricordi
Autrice: Enrica Masino
Genere: Fantascienza, Pessimismo Cosmico
Anno: 2021

Salve a tutti e bentornati in questo mio piccolo angolo di web!

Oggi torno con un post un po’ speciale. Sono mesi, infatti, che non pubblico un mio scritto più ‘artistico’ e così ho pensato di farvi leggere questa storia che ho scritto per il contest di @inkstantanea. Si trattava di una piccola sfida su Instagram dove avremmo avuto a disposizione due canzoni e avremmo dovuto sceglierne una come ispirazione per la nostra storia. Io ho scelto Saturn dei Sleeping At Last e non nego di aver pensato ad una storia piuttosto triste.

Il Robot Dei Ricordi – Racconto Di Enrica Masino

Nell’ immensità di un universo stanco un robot solitario osserva i resti di una civiltà distrutta.
Ne guarda con interesse ciò che rimasto: qualche casa diroccata, grattacieli che svettano verso l’alto alla ricerca della libertà. 

La grandiosità delle opere, dei sogni degli umani sono affascinanti e incredibilmente belli mentre la sera cala e le stelle spuntano come piccoli fiori in un campo sterminato.
Eppure, sulle lunghe strade che conducono verso altre città – verso altre storie – il piccolo robot resta colpito solo dalle piccole cose.
Una foto appesa al muro di una camera da letto, un diario che contiene la storia di una vita, un libro aperto su una pagina ignota, uno zaino di scuola appoggiato su una veranda.

Cosa è rimasto veramente? Il piccolo robot senza nome e senza età guarda con interesse i segni delle vite che si sono intrecciate e allontanate, di avventure vissute tra le grandi città e la campagna sconfinata.
Con tristezza e una punta d’amarezza cerca di comprenderne il valore, di assimilare un poco di quelle persone perdute.

Cos’è stata l’umanità nell’ universo? Solo una parentesi in un libro di mille pagine, un piccolo fiore in un giardino senza confini, un granello di sabbia sulla spiaggia più grande di sempre.
Niente di speciale, alla fine.
Eppure, ad un osservatore attento come lui non può sfuggire l’evidenza della verità: gli esseri umani non sono stati il meglio, ma perlomeno ci hanno provato a vivere fino in fondo.
Può sembrare poco, ma per un robot il cui compito è quello di conservare le memorie dei mondi che incontra è quanto di più alto e splendido ci possa essere.

E così il piccolo robottino continua a camminare sotto le stelle, entra in altre case, guarda altre foto, legge altri diari e continua il suo viaggio nell’ immensità dei ricordi degli altri.

Eccola qui! Ovviamente essendo Il robot Dei Ricordi una storia per un contest su Instagram non potevo dilungarmi più di tanto e anzi forse ho già sforato. Lo so, non è un granché ma per me è un passo importante: erano anni, infatti che non scrivevo più una storia. Nel corso del tempo mi sono un po’ allontanata da questo genere di scrittura. Del resto ho sempre pensato di non essere un granché per quanto riguarda le storie e così alla fine mi sono dedicata ad altro. E questo è stato proprio il motivo per cui ho voluto partecipare questa sfida. Non per vincere ma per scrivere qualcosa che non fosse un post.

E così mi sono sbizzarrita e ho inserito alcuni degli elementi che più amo e ho amato nelle storie che ho letto. Come prima cosa, ovviamente i robot. Chi potrebbe guardare l’umanità senza giudicarla? Solo qualcuno che non sia minimamente portato a giudicare, quindi un robot. Poi ho inserito la tematica della malinconia. Lei è stata una delle mie compagne di vita e mi ha ispirato le poesie più belle! Perché non riprenderla quindi? Ed ecco che viene mischiata al tema del ricordo, anche se in questo caso ho giocato un po’.

Si, perché solitamente il tema del ricordo è legato a qualcuno che riporta alla mente la sua vita mentre ma il nostro robot non ricorda nulla. Non ha mai conosciuto la società umana, sa solo qualche nozione di base. Il suo compito è quello di assimilare il ricordo, di registrare una memoria storica della società e in seguito ricostruire le vite delle persone (di ogni singola persona per come l’avevo progettata). Ecco quindi che il ricordo diventa… cosa? Memoria storica? Eco lontano di una civiltà? Decidetelo voi, le storie sono fatte per essere interpretate.

Non potevo a questo punto non menzionare le piccole cose. Noi parliamo sempre di battaglie e guerre ma se l’umanità sparisse domani vorrei che non fosse ricordata solo per questo. E il compito del robot dei ricordi è proprio questo: osservare le sfumature, raccogliere ogni indizio per avere, alla fine, una visione d’insieme. Quello che secondo me l’umanità avrebbe sempre dovuto fare: guardare ogni lato, singola parte della società. Ma non lo abbiamo mai fatto è così il mio protagonista è un robot (e scusate se il mio pessimismo si fa sentire).

Ebbene, non so dirvi altro su questo racconto. Forse vi starete chiedendo chi ha mandato il robot e perchè… ma io non lo so, e forse non mi interessa saperlo. Quello che mi importa è che ci sia (che tradotto vuol dire che non ha importanza chi, cosa o perché l’importante è che il ricordo viva).

Ok, ho finito di tediarvi! Vi va di dirmi cosa ne pensate? Anche voi siete pessimisti come me quando scrivete? Vi è piaciuta questa storia? Fatemelo sapere nei commenti! Come sempre vi ringrazio per il tempo che avete dedicato alle mie parole.

Al prossimo post!

Se il post ti è piaciuto lascia un commento (ci tengo, lo ammetto) e condividilo! Sono piccoli gesti che possono può aiutarmi molto!

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