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Il Gigante – Recensione Film

Recensione Film: Il Gigante
Regia: George Stevens
Interpreti: Elizabeth Taylor, Rock Hudson, James Dean, Carroll Baker, Dennis Hopper, Sal Mineo, Rod Taylor, Jane Withers, Chill Wills, Mercedes McCambridge, Judith Evelyn, Earl Holliman, Robert Nichols, Paul Fix, Alexander Scourby, Fran Bennett, Charles Watts, Elsa Cárdenas, Carolyn Craig,Monte Hale,Sheb Wooley, Mary Ann Edwards, Victor Millan, Mickey Simpson, Pilar Del Rey, Maurice Jara, Noreen Nash, Ray Whitley, Napoleon Whiting
Genere: Drammatico
Anno: 1956

Salve a tutti e bentornati in questo mio piccolo angolo di web!

Oggi è con immenso piacere che vi parlo de Il Gigante, un colosso della storia del cinema che ancora oggi non ha perso il suo smalto. Si tratta di una storia famigliare che attraversa due generazioni (quasi tre) e indaga a fondo le dinamiche tra genitori e figli. Una storia secondo me senza tempo, di una tragicità unica che però non cade nel patetismo e riesce quindi ad entrare nel cuore dello spettattore.

Bick è un giovane discendente di una ricca famiglia di allevatori del Texas che, in visita nel Maryland, si innamora di Leslie e la sposa. I due vanno a vivere nella tenuta del giovane che viene mandata avanti da lui e dalla sorella maggiore. Inizialmente le cose non saranno facili per la ragazza, che viene considerata fragile in quanto abituata a vivere in città. Leslie però non si lascia abbattere e dimostra di saper fare la sua parte nella fattoria. Tuttavia la vita matrimoniale non è tutta rose e fiori e i due innamorati dovranno affrontare molte divergenze mentre Jett, che lavora nella tenuta, è segretamente innamorato di Leslie.

Il Gigante è un film molto potente perché affronta molti problemi complessi. Non è soltanto la storia di una famiglia è anche uno scrigno di tematiche che nel corso della pellicola verranno affrontate nel modo giusto. La prima di queste riguarda proprio la famiglia, argomento su cui Leslie e Bick hanno idee molto diverse. Lui infatti è arretrato nel modo di pensare mentre Leslie e innovativa e non si lascia relegare nel ruolo della mogliettina passiva. Questo è, almeno in parte, ciò che vorrebbe Bick, abituato ad una vita solitaria. Tuttavia non bisogna condannarlo per questo: il giovane ragazzo semplicemente è figlio del suo tempo ma nel corso della storia si dimostrerà una persona che è in grado di comprendere i propri errori.

La stessa cosa accade anche per il tema del razzismo. Se la giovane infatti ha idee molto vicine alle nostre, il ragazzo è rimasto legato ad un’ideologia razzista senza senso e di cui non riesce a vedere la tossicità. Tuttavia anche in questo caso Lesile darà determinante e Bick avrà modo di cambiare idea e di dimostralo nel modo più vero possibile.

Penso che già da qui si capisca quanto i protagonisti siano ben caratterizzati. Ognuno di loro ha un carattere apparentemente opposto a quello dell’altro e così il film ha anche l’occasione di mostrare il cambio di mentalità che ormai è imminente e irrefrenabile. Lo scontro dei due infatti è anche una metafora dello scontro tra due visioni molto diverse che però solo confrontandosi potranno arrivare a qualche risultato. Del resto questa distanza ideale tra i due si ripercuote su entrambi non appena nascono i figli ed ecco che si ritrovano ad affrontare non solo un periodo di separazione ma anche loro stessi. In particolare Bick dovrà capire dove sta sbagliando e mettersi in testa che la sua idea di famiglia non è più attuale.

Tra uno scontro e l’altro però si delinea anche un’altra vicenda, quella della rivalità tra Bick e Jett. Quest’ultimo infatti si impegna per cambiare la propria vita di semplice lavoratore della tenuta e alla fine riesce a raggiungere vette inimmaginabili. Una cosa che non piace a Bick che lo ritiene un suo rivale da quando ha capito che il giovane è innamorato di sua moglie. Nonostante i vari tentativi di allontanarlo da sé, però, Jett sarà sempre una presenza troppo vicina e col passare degli anni la loro ‘gara’ non si fermerà e non si attenuerà.

Nel frattempo, con il passare degli anni, si aggiungono altri tre personaggi molto importanti: Luz, Judy e Jordan, i figli ormai cresciuti. Ebbene, se lo scontro tra mentalità era evidente tra i due coniugi qui raggiunge il suo apice. I tre giovani sono infatti decisi a vivere la vita come meglio credono e sono molto lontani dagli ideali dei genitori. Nel corso della vicenda faranno scelte che li allontaneranno apparentemente da loro e che invece uniranno finalmente questa folle famiglia disfunzionale.

Si perché nonostante gli anni gli scontri e le divergenze non si sono attenuate e sarà proprio Jett, suo malgrado, a creare le condizioni giuste per risolvere le questioni in sospeso. Mentre, infatti, seguiamo la storia della famiglia più disagiata di sempre si consuma anche la tragedia di Jett, che ha raggiunto il successo ma non la felicità dimostrando che le due cose non vanno di pari passo. Il giovane infatti ha ottenuto tutti i beni materiali che si possano sognare ma ha sofferto di solitudine per tutta la vita e non ha mai dimenticato Leslie. Nel frattempo si è avvicinato a Luz (nella quale probabilmente vede qualcosa della donna amata). La sua è la storia più triste di tutto il film e la scena del discorso all’inaugurazione è una delle più indimenticabili della storia del cinema.

E’ importante sottolinearlo perché inizialmente Jett non sembra poi così fondamentale per la vicenda. Solitario, dal comportamento strano, pare relegato in un ruolo marginale e invece sarà proprio compito suo riunire la famiglia che grazie alla sua inaugurazione troverà modo di riappacificarsi e finalmente di comprendersi. Il finale, in particolare, sarà un momento molto emozionante per tutti e conluderà in modo perfetto la vicenda di queste persone così diverse eppure inscindibili l’una dall’altra.

Personalmente ritengo che Il Gigante sia un vero capolavoro, una storia perfetta che mette insieme commedia e tragedia per mostrare le sfaccettature dell’umanità. E nonostante l’umanità che mostra non sia perfetta, nonostante sia lenta e dura di comprendonio lo spettatore la amerà comunque. Perché? Perché è un umanità vera che non si finge migliore di quel che è ma che nello stesso tempo è in grado di migliorare.

Bene, la recensione è finita e io sono curiosissima di sapere cosa ne pensate voi! Avete visto Il Gigante? Lo vedrete? Fatemelo sapere nei commenti! Come sempre vi ringrazio per il tempo che avete dedicato alle mie parole.

Al prossimo post!

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