Recensione Libro: Guida Ai Super Robot
Autore: Jacopo Nacci
Genere: Saggio
Anno: 2017
Salve a tutti e bentornati in questo mio piccolo angolo di web!
Oggi torniamo a parlare di saggi con Guida Ai Super Robot, un analisi dettagliata ed estremamente toccante che riguarda gli anime mecha. Vi state chiedendo cosa siano? Sono tutti i cartoni animati come Glodrake prodotti dal 1972 al 1980. Una vera chicca librosa per appassionati ma anche per chi non conosce questo mondo e vorrebbe approfondirlo (io stessa ho visto solo Goldrake e Mazinga Z per ora).
Il saggio comincia raccontando la storia del primo anime mecha prodotto nel 1972 e va avanti definendo le trame, i personaggi e le influenze sociali che si possono riscontrare in ogni cartone animato. Tramite le storie dei super robot capiamo il funzionamento della società Giapponese dell’epoca, i traumi che stava cercando di superare e come l’anime super robotico sia stato una sorta di ‘terapia’ per un paese ancora molto scottato dalla seconda guerra mondiale. Tuttavia si va anche ad indagare le caratteristiche di queste storie, i tratti fondamentali di questo genere unico che ha segnato un epoca.
Guida Ai Super Robot parte dall’inizio, dai primissimi passi di questa lunga serie di cartoni. Con analisi approfondite e sempre molto umane ci racconta le storie ma anche e soprattutto il perché di quelle storie. Come mai sono state scritte? Qual’era il loro significato più profondo? E fino a che punto sono stati mezzi di critica politica e sociale? A tutte queste domande il saggio risponde in modo sicuro, con una sincerità disarmante da cui traspare un velo di nostalgia.
La prima parte che salta subito all’occhio è quella storica. Soprattutto i primissimi anime, infatti, sono molto legati alla seconda guerra mondiale, una ferita che negli anni ’70 era ancora aperta in Giappone. Attraverso le storie di robottoni quindi si scopre come la società ‘vivesse’ il passato a quell’epoca e si osserva come piano piano sia riuscito ad abbandonarlo. Più passano gli anni, infatti, più ci si accorge che gli anime mecha si stanno concentrando su problemi che riguardano tutta l’umanità e si stanno allontanando dalle ferite del nazismo.
La particolarità di questi anime infatti sono proprio i protagonisti. Tormentati (ma mai pesanti), incompresi, costretti a fare i conti con qualcosa di più grande di loro. Sono costantemente alle prese con rivelazioni, battaglie, nemici e tutto quello con cui devono confrontarsi può essere riassunto con la parola abisso. E’ l’abisso, infatti, a fare la differenza tra gli anime mecha classici e quelli che sono stati prodotti dopo il 1980. Questo vuoto metaforico è infatti il vuoto che ogni essere umano deve affrontare e con cui ogni società deve fare i conti.
Si, perché questo è il centro dei cartoni animati dedicati ai super robot: tutto è sociale, tutto è un problema di tutti. I protagonisti sono l’emblema di una lotta più grande, una lotta d’insieme che è solo apparentemente individuale. Ed essendo i protagonisti legati ad un qualcosa di così grande ecco che ci vuole un tramite, una quasi divinità… un super robot.
Il saggio spiega in modo egregio come e perché il super robot sia una specie di guardiano, ne racconta i tratti demoniaci o pacifisti e i ‘rituali’ che lo accompagnano prima della battaglia. Sotto questo punto di vista è interessante la correlazione tra il robot e i villain delle varie storie. Questi appaiono si demonizzati o irrelisti ma hanno sempre tratti caratteriali… molto reali. Solitamente vivono in società totalitarie, hanno idee totalitariste, discriminatorie e spesso apertamente naziste.
Il robot diventa anche quindi un simbolo di una società che vuole essere migliore, che ha altri ideali e che è disposta a tutto pur di poterli mantenete e portare avanti. Il robot è il guardiano della pace e il suo pilota può rappresentare la sua mente, il suo cuore, la sua anima. I rapporti tra pilota e robot variano da cartone a cartone ed è sempre interessante vedere come evolvano e come cambino da una storia all’altra.
Ma ciò che stupisce di più è capire come in realtà questi cartoni siano parte di un tutto, un unica grande storia che scorre e alla fine giunge al suo compimento. L’anime super robotico è un insieme unico di tanti cartoni, un unica grande vicenda che piano piano si allontana sempre di più da un passato ingombrante che è riuscito a sconfiggere, arriva ad un presente ricco di ideali ma soccombe (per scelta) ad un epoca che ormai sembra non avere più nulla di buono da dare. In un certo senso è come se l’anime super robotico fosse una poesia e ogni cartone un verso o una strofa.
Si, Guidai Ai Super Robot è un saggio poetico, malinconico e per certi versi filosofico. E’ un saggio che vuole emozionare, coinvolgere e dire tutto quello che ha da dire. Niente schemi, niente paletti solo la pura verità scritta nel modo più fluido e dolce possibile. Un intenzione particolare ma molto riuscita tanto che alla fine del libro si percepisce una forma di vuoto anche se non si sono mai visti quegli anime, anche se non si ha mai vissuto quegli anni.
In sostanza, quindi, Guida Ai Super Robot è un libro che tutti – appassionati e non – possono leggere e rileggere. Una storia fatta di tante storie che a loro volta stanno tra la realtà storica e la fantasia più metaforica.
Bene, anche questa recensione è finita e io sono curiosissima di sapere cosa ne pensate voi! Avete letto Guida Ai Super Robot? Lo Leggerete? Fatemelo sapere nei commenti! Come sempre vi ringrazio per il tempo che avete dedicato alle mie parole!
Al prossimo post!
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