Recensione Libro: Guarda Che Chiamo L’Uomo Nero
Autore: Roberto Pavanello
Genere: Letteratura Per L’Infanzia
Anno: 2008
Salve a tutti e bentornati in questo mio piccolo angolo di web!
Oggi vi parlo nuovamente di un libro per bambini molto carino: Guarda Che Chiamo L’Uomo Nero. Storia veramente adorabile su un “mostro” molto amichevole. Un libro perfetto anche per un Halloween super dolce.
Il piccolo protagonista non vuole mangiare ciò che la Mamma ha cucinato per lui e lei ad un certo punto perde la pazienza e lo minaccia di chiamare L’Uomo Nero. Ma se L’Uomo Nero non fosse poi così cattivo? Cosa succederebbe?
Guarda Che Chiamo L’Uomo Nero è un’altro di quei libri coccola super carini e dolciosi che fanno bene all’anima. L’Uomo Nero è adorabile e tra lui e il bimbo c’è subito complicità.
Questo Uomo Nero, infatti, è amico dei bambini e ciò che più ama fare è proprio toglierli dai guai con i genitori – mangiando ciò che a loro non piace – per poi sparire silenziosamente.
Che dire? Una versione molto carina della storia dell’ Uomo Nero che sicuramente da bambina mi sarebbe piaciuta tanto quanto mi piace oggi. Ho apprezzato molto anche lo stile, semplicissimo ma centrato, e i disegni spassosi e coloratissimi.
Bene, anche questa recensione è finita e io sono curiosissima di sapere cosa ne pensate voi. Avete letto Guarda Che Chiamo L’Uomo Nero? Lo leggerete? Fatemelo sapere nei commenti. Come sempre vi ringrazio per il tempo che avete dedicato alle mie parole.
Al prossimo post!
PS: Ho apprezzato molto che l’autore abbia specificato che mettere paura ai bambini raccontandogli di mostri che lo vanno a prendere se non fa come gli viene detto sia profondamente sbagliato.
Pur giustificando la madre – esasperata dalla situazione – trovo che abbia fatto bene a specificare che non è un comportamento corretto perché non si può sapere come il bambino potrebbe prendere quella “minaccia”.
Io, alle elementari, ho avuto un insegnante simpatica di cui vi ho parlato qui e qui che aveva l’abitudine di minacciarci dicendoci che, se non avessimo fatto come voleva lei, avrebbe chiamato il lupo cattivo.
Ho passato il primo e il secondo anno delle elementari a temere di fare qualsiasi errore e a guardarmi le spalle costantemente perché temevo che il lupo cattivo fosse dietro di me.
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