Recensione Film: Gli Occhi Che Non Sorrisero
Regia: William Wyler
Interpreti: Jennifer Jones, Laurence Olivier, Miriam Hopkins, Eddie Albert, Basil Ruysdael
Genere: Drammatico
Anno: 1952
Salve a tutti e bentornati in questo mio piccolo angolo di web!
Oggi torniamo a parlare di film in bianco e nero con Gli Occhi Che Non Sorrisero, una pellicola drammatica veramente toccante che per qualche oscuro motivo è passata in secondo piano. Si tratta di una storia veramente ben delineata, molto emozionante, che riprende tutti i temi dei drammi dell’epoca, portandoli però ad un livello più realistico e per certi versi più brutale.
La storia comincia con Carrie, giovane ragazza di campagna che va in città a cercare fortuna. Ospitata dalla sorella perde presto il lavoro di cucitrice a causa di un incidente. Il marito della sorella le fa capire che non può restare senza pagare e così Carrie chiede aiuto a Charles – un uomo che aveva incontrato in treno – per trovare un nuovo lavoro. Alla fine Charles invita Carrie a vivere con lui e nonostante lei sia un po’ spaventata, accetta. Charles si rivela essere una brava persona e i due cominciano una relazione. Tuttavia un giorno Carrie incontra George Hurstwood, direttore di un locale di grido più grande di lei. Tra i due è amore a prima vista, un amore sincero che però li porterà entrambi alla rovina.
Gli Occhi Che Non Sorrisero è uno di qui film che anche dopo tanti anni mantiene una potenza spropositata che risiede non sono nelle grandi interpretazioni degli attori ma anche nella carrellata di novità che vengono introdotte. La pellicola non si fa problemi ad affrontare tutti i tabù della società dell’epoca: mostra infatti una coppia che convive pur non essendo sposata, parla con chiarezza dell’aborto spontaneo e dell’amore tra due persone divise dall’età (oltretutto un amore che non è sempre sano).
Ciò che colpisce di più, però, è la rappresentazione della povertà. Nei film di Hollywood dell’epoca d’oro la povertà era un tema ricorrente ma mai era stato rappresentato con tanto realismo. A ciò si aggiunge il fatto che questo stato di rovina è dato proprio dalla storia d’amore dei protagonisti. La loro fuga, infatti, è improvvisata, frettolosa e questo li porta a commettere degli errori.
Proprio a causa di questi errori il finale della storia è intuibile fin dall’inizio. È chiaro e palese fin da subito che una storia con queste premesse non può che finire male per entrambi. Tuttavia la pellicola è furba, tiene alta la speranza dello spettatore e non lo prepara al colpo di grazia finale. C’è da dire infatti che c’è un momento in particolare in cui sembra che tutto potrebbe risolversi o che almeno Carrie abbia trovato un po’ di felicità.
Tuttavia è solo un apparenza. Lo scorrere del tempo, infatti, ha messo in secondo piano alcune cose ma non ha risolto nulla. Ed ecco perché una lieve sensazione di angoscia accompagna lo spettatore per tutta la storia. Anche durante i momenti più belli, infatti, si capisce che qualcosa sta per accadere. La tensione c’è sempre, quasi come se si trattasse di un film noir e non di un dramma. E bisogna dire che dal noir effettivamente riprende molto sia come impostazione che come atmosfere.
A rendere questa storia una vera perla sono però i personaggi, in particolare Carrie, Charels e Geroge che formano un triangolo magnifico e non banale. Tutti gli interpreti hanno dato il meglio per interpretare i loro ruoli, neanche fosse stata una sfida di bravura. Ed ecco perché alla fine tutti entrano nel cuore e rimangono lì a ricordarci che non sempre le scelte più belle sono anche le migliori.
Non sono però soltanto i protagonisti a guidare il film, un ruolo importantissimo lo hanno i personaggi secondari che nella maggior parte dei casi rappresentano la parte più spietata della società dell’epoca. Strozzini, usurai, approfittatori, ricattatori. Non manca proprio nessuno, la rappresentazione della sottile cattiveria umana è totale e spietata. Nessuno viene risparmiato, nessuno viene giustificato. Alla fine saranno le persone migliori a pagare il prezzo più alto.
Penso che Gli Occhi Che Non Sorrisero sia uno dei film più pesanti dell’epoca d’oro di Hollywood. Probabilmente è stata una delle poche pellicole che ha voluto rappresentare la realtà per quello che era senza mezzi termini. Nonostante le varie candidature agli Oscar comprendo perché sia poco ricordato: era una pellicola atipica, molto lontana dagli standard del suo tempo.
Ciò non toglie però che sia un film estremamente interessante, soprattutto per gli appassonati. E’ uno di quei film hollywoodiani che – come era stato per Il Giglio Nero – rappresentano l’altro lato del cinema. Quello più schietto, quello che non aveva paura di dire la sua (alla faccia del codice di Hayes) e che ha osato di più nel raccontare realtà scomode. In sostanza quindi se amate il cinema non potete perdere questa perla drammatica, tragica cinematografica.
Bene, la recensione è finita e io sono curiosissima di sapere cosa ne pensate voi! Avete visto Gli Occhi Che Non Sorrisero? Lo guarderete? Fatemelo sapere nei commenti! Come sempre vi ringrazio per il tempo che avete dedicato alle mie parole.
Al prossimo post!
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