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Fiammetta – Recensione Libro

Recensione Libro: Fiammetta
Autrice: Emanuela E. Abbadessa
Genere: Storico, Romantico, Drammatico
Anno: 2016

Salve a tutti e bentornati in questo mio piccolo angolo di web!

Oggi finalmente riesco a portarvi la recensione di Fiammetta, libro su cui non avevo grandi aspettative e che invece si è rivelato una lettura piacevolisima di cui ho sentito la mancanza per qualche giorno.

Fiammetta è una donna di fine ottocento che fa l’insegnante ed è single per scelta. Femminista un po’ ingenua segue con ardore le poesie di Mario Valastro, poeta siliciliano molto controverso e apparentemente avanti per la sua epoca anche sulle tematiche femminili. Quando Fiammetta ha l’occasione di incontrarlo ecco che scatta la scintilla e i due finiscono per spostarsi. Dopo un matrimonio idilliaco, però, Mario si rivela molto diverso da come Fiammetta l’aveva immaginato.

Fiammetta è un buon romanzo. Non è uno di quelli per cui si grida al capolavoro ma è uno di quei libri che appassiona e prende anche se la prosa non è sempre perfetta, lo stile è altalenante e in personaggi non hanno una caratterizzazione particolarmente ampia a parte Mario Valastro.

Fiammetta, infatti, è una ragazza sveglia ma anche molto ingenua e professa un femminismo ancora molto acerbo che però non riesce a far valere nella sua nuova patria, la Sicilia. Questo però non la rende un personaggio meno bello. Fiammetta è una protagonista femminile di tutto rispetto che si rende conto degli errori, del fatto che ciò che dice non trova riscontro nel modo in cui si comporta nella quotidianità e sopra è una donna passionale nel senso più elegante e romantico del termine. Fiammetta è una donna che quando ama qualcuno ma anche qualcosa come un valore o un ideale da tutta sé stessa e non potuto che amarla per questo.

C’è poi da dire che Fiammetta non è l’unica donna protagonista, a farle compagnia ci sono Maria Valastro (madre di Mario) e le sue sorelle. Loro, però, sono donne chiuse il cui cuore non si è mai aperto alla vita. Sono retrograde, ipocrite, peppie, molto antipatiche e tristemente figlie della loro società. Il loro amore per Mario, per quanto vero, è malato e arriva ai limiti dell’illegalità. Non c’è da stupirsi, quindi che non sappia amare nel modo Fiammetta nel modo giusto.

Mario Valastro, per quanto discutibile, è il personaggio meno riuscito di questo libro. È un marito talvolta violento, talvolta indifferente, profondamente narcisista. Potrebbe essere il solito personaggio stereotipato e semplicemente malvagio ma l’autrice ci immerge nei suoi pensieri e ci rendiamo conto che Mario sa di sbagliare e vorrebbe amare veramente, cerca di sforzarsi ma nessuno gli ha insegnato la differenza tra amore e possesso e così lui continua a sbagliare diventando sempre peggio e condannandosi da solo.

Le sue idee apparentemente avanti per il loro tempo non trovano quindi riscontro nella realtà. Se è vero che lui ritiene che la donna abbia il diritto di essere libera e passionale dall’altro se è sua moglie ad esserlo non gli va bene. La cosa peggiore è che Mario in alcuni momenti dimostra che potrebbe cambiare ma la pressione costante della società e della sua malata famiglia lo frenano e non gli permettono di diventare l’uomo che potrebbe essere.

Se Mario Valastro è un personaggio interessante devo dire che lo è un po’ meno il secondo protagonista maschile della vicenda: Antonio Maria Greco. Per lui le donne sono solo un oggetto finalizzato a saziare un suo bisogno prettamente fisico. Avrebbe potuto essere un personaggio affascinante e forse lo è ma personalmente a me ha lasciato poco. Per quanto riguarda i personaggi, che sono il fulcro della storia, spicca anche Stefano Pucci, collega di Fiammetta che la ama da sempre e ho apprezzato molto la sua evoluzione da ragazzo profondamente insicuro si rende conto che forse non avrà mai il carissima di Valastro ma non per questo ha qualcosa di meno rispetto agli altri uomini. Anzi, sa essere piacevole e suo modo anche accattivante.

Al di là dei personaggi che, come dicevo, sono il cuore della storia, anche lo stile mi è piaciuto molto. È un po’ altalenante per quanto mi riguarda e forse un po’ minimale ma ho apprezzato la scorrevolezza e capisco che l’autrice non abbia voluto dilungarsi troppo nelle descrizioni per dare il massimo spazio a tutti i personaggi e soprattutto alle loro emozioni e alla loro interiorità che pian piano impariamo a conoscere.

Nel complesso, quindi, posso dire che Fiammetta è davvero un buon romanzo. Anche dal punto di vista storico è molto preciso e ci regala uno spaccato di vita prima di Firenze e poi della Sicilia dell’epoca. Forse per chi cerca un romanzo storico che parli di storia potrebbe essere un pochino deludente ma se state cercando una storia d’amore – e soprattutto di ossessione – fin de siècle questo libro è veramente validissimo.

Bene, anche questa recensione è finita e io sono curiosissima di sapere cosa ne pensate voi. Avete letto Fiammetta? Lo leggerete? Fatemelo sapere nei commenti! Come sempre vi ringrazio per il tempo che avete dedicato alle mie parole.

Al prossimo post!

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