Recensione Libro: Fahrenheit 451
Autore: Ray Bradbury
Genere: Distopia, Fantascienza
Anno: 1953
Salve a a tutti e bentornati in questo mio piccolo angolo di web!
Oggi finalmente vi parlo di Fahrenheit 451, un classico della letteratura distopica che non sono proprio riuscita ad apprezzare! So che e considerato un libro molto significativo e non nego certo il suo valore letterario e culturale ma l’impressione che ho avuto è che il messaggio non sia passato del tutto e che moltissime parti avrebbero meritato più approfondimenti.
La nostra storia comincia con Montag che fa il pompiere in una particolare Los Angles. Infatti il protagonista non ha il compito di spegnere gli incendi ma bensì di bruciare i libri – diventati proibiti da diversi decenni. Il pompiere pensa di essere felice della sua vita ma Clarisse – una delle poche persone che di nascosto legge – gli apre gli occhi. L’uomo si rende conto che la sua esistenza non è molto gratificante, che sua moglie è dipendente dagli psicofarmaci e che forse i libri non sono poi così male. Comincia quindi il percorso personale del protagonista che cerca di staccarsi da un sistema falso e ipocrita.
Molto onirico e poetico Fahrenheit 451 era sicuramente innovativo per l’epoca ma al giorno d’oggi la sua impostazione risulta forzata. Le descrizioni sono di certo evocative ma si sente la mancanza di una vera e propria struttura narrativa. L’impressione è quella di trovarsi davanti ad un’idea molto promettente che non è stata sviluppata appieno. Non si capisce infatti come sia nata questa società, né chi la gestisca. Chi c’è dietro i programmi intrappolano gli spettatori dietro finte realtà? Cosa rappresentano esattamente? Di quale avanzatissima tecnologia stiamo parlando? Queste domande restano senza risposta per tutto il libro ed è pressoché impossibile sapere chi voglia tenere in piedi questo tipo di società.
Tuttavia a risentirne è anche la storia stessa. Come sono nati i pompieri? Chi ha deciso che i libri fossero pericolosi? Nessuno lo sa e le spiegazioni che vengono fornite sono deboli e molto confuse. A quanto pare, infatti, non c’è una vera e propria legge contro i libri eppure alle persone è vietato leggere: è un controsenso anche perché non esistono persone che controllano questo mondo. Si potrebbe dire che siano i media a dominarlo, ma non possiamo saperlo visto che non sappiamo chi li gestisca. Certo, il libro potrebbe essere una grossa metafora ma anche una metafora deve avere delle basi solide per poter reggere.
A questo proposito Montag non è di certo d’aiuto. Per quanto sia apprezzabile come personaggio il suo percorso è solo abbozzato. La sua ‘conversione’ alla lettura è credibile ma poteva essere approfondita meglio così come potevano essere approfondite tutte le amnesie e il rapporto con la moglie. Sotto questo punto di vista anche l’amore è un tema solo sfiorato, visto che in questo strano mondo sono tutti sposati anche se non sembra esserci spazio per i sentimenti.
Tuttavia quello che lascia baisiti sono la rivoluzione e la guerra. Los Angles sa che sarà attaccata ma non prepara né difese né eserciti seri e si lascia abbattere senza muovere un dito. Per quanto riguarda invece i rivoluzionari – e quindi coloro che leggono – in realtà non sono altro che un gruppetto di nomadi senza la minima organizzazione. Il loro intento non è quello di combattere contro un sistema malato ma di stare a guardare perché ‘tanto il momento arriverà’. Tra l’altro sono loro stessi a bruciare i libri perché ‘se li ricordano’, una cosa semplicistica quanto assurda. Lo stesso Montag è convinto di aver imparato la Bibbia e alla fine cita pure l’Apocalisse. Qual’è il problema? Che stando alla tempistica del romanzo lui dovrebbe aver letto la Bibbia in circa due ore!
In tutto questo l’unica rappresentazione ancora veramente attuale è quella di Mildred, la moglie di Montag, l’unico vero personaggio di questo libro. Perché? Perché di persone come lei, che si rifugiano in mondi virtuali e si riempiono di psicofarmaci per sopperire alla loro infelicità ce ne sono tante. La giovane donna è il simbolo della tristezza, del voler fuggire da una realtà opprimente e deprimente e i suoi comportamenti sono così realistici da sembrare reali. E’ un personaggio che entra fin da subito nel cuore, l’unico comprensibile.
Per quanto riguarda lo stile non posso non lodare le capacità dell’autore, una delle poche cose che salvo di questo libro. Parlando del resto invece mi sembra che il romanzo fosse all’avanguardia nel 1953. All’epoca giravano solo alcuni generi di libri e di conseguenza questa distopia – a tratti molto cinematografica – era innovativa. Tuttavia messaggi come ‘le pubblicità sono dannose‘, ‘i mass media sono privi di cultura‘, ‘in futuro nessuno leggerà più‘ sono superati, quasi dei pregiudizi.
Sotto questo punto di vista mi sento di paragonare questo libro a Via Col vento. Così come quest’ultimo è importantissimo per la storia del cinema ma è rimasto relegato alla sua epoca dal punto di vista etico, così questo libro ha un valore culturale altissimo ma le tematiche sono legate al suo tempo.
Bene, la recensione è finita e io sono curiosissima di sapere cosa ne pensate voi! Avete gia letto Fahrenheit 451? Vi è piaciuto? Fatemelo sapere nei commenti nel frattempo ringrazio Pagine Di Inchiostro per avermi incuriosita su questo romanzo! Come sempre vi ringrazio per il tempo che avete dedicato alle mie parole.
Al prossimo post!
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4 Commenti
Zosma
16 Settembre 2020 at 01:57Non sei la rima da io sento dire di Non essere riuscita ad apprezzare questo libro. Io stessa, che l’ho recensito da poco, ho dovuto iniziarlo varie volte, ma per un motivo diverso: mi trasmetteva così tanta angoscia che non riuscivo a stare troppo a lungo in quell’ambientazione
Enrica Masino
16 Settembre 2020 at 21:33Anche per me è stato molto angosciante, infatti ci ho messo quasi tre settimane a terminarlo!
Monica
26 Settembre 2020 at 16:24Concordo assolutamente con tutto quello che hai scritto, come già sai! Purtroppo questo libro ha alla base un’idea interessante sviluppata però con trascuratezza e se questo invece era l’intento… beh, non è un bell’intento.
Mi è piaciuto poi come tu abbia evidenziato le incongruenze delle relazioni interpersonali, come ad esempio la coesistenza innaturale fra il matrimonio e i sentimenti/intimità repressi. Gli riconosco la valenza storia e culturale, ma come ogni tanto dici anche tu “questo libro è invecchiato male”. Grazie comunque di aver letto e sclerato con me ahahah
Enrica Masino
2 Ottobre 2020 at 23:05Grazie a te, se non mi avessi raccontato tutta la storia non penso che avrei mai letto questo libro. Purtroppo l’idea è stata sviluppata proprio maluccio ed è un peccato perché poteva davvero essere interessante. Diciamo che è un classico che ha un valore molto alto da un punto di vista prettamente letterario!