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Destinazione Piovarolo – Recensione Film

Recensione Film: Destinazione Piovarolo
Regia: Domenico Paolella
Interpreti: Totò, Marisa Merlini, Irene Cefaro, Tina Pica, Ernesto Almirante, Arnoldo Foà, Enrico Viarisio, Paolo Stoppa, Fanny Landini, Nando Bruno, Mario Carotenuto, Giacomo Furia, Carlo Mazzarella, Nino Besozzi, Leopoldo Trieste, Zoe Incrocci, Marco Guglielmi, Lilia Landi, Alessandra Panaro, Ruggero Deodato
Genere: Commedia
Anno: 1955

Salve a tutti e bentornati in questo mio piccolo angolo di web!

Oggi è con grande emozione che vi parlo di Destinazione Piovarolo del grandissimo Totò. Si tratta di un film di cui ho un ricordo bellissimo e rivederlo dopo tanti anni mi ha fatto un certo effetto. Ho avuto l’occasione di comprenderlo meglio e mi rendo finalmente conto della genialità quest’opera che non avevo compreso fino in fondo.

Antonio La Quaglia è un ferroviere che da anni attende una promozione e una stazione tutta per sé. Finalmente gliene viene assegnata una in un piccolo paesino, Piovarolo. Nonostante all’arrivo sia palese che la vita del paese è quantomeno deprimente La Quaglia fa del suo meglio per portare avanti il nuovo lavoro. Sfidando le difficoltà cerca di non perdere l’entusiasmo ma le costanti problematiche fiaccano anche lo spirito più volenteroso. E così, senza volerlo, La Quaglia si ritrova immischiato in questioni politiche, supererà il fascismo e cercherà sempre di fare del suo meglio.

Destinazione Piovarolo è un film comico/commedia dal retrogusto amaro. Senza mezzi termini racconta la storia di un uomo che piano piano vede distrutte le sue ambizioni. Il sogno di La Quaglia sarebbe, infatti, una stazione grandina tutta per sè. Qualcosa che potrebbe veramente far vedere le sue qualità, niente di pretenzioso alla fine. Eppure in un Italia disonesta e disastrata persino questo sogno non riesce a trovare un’appiglio. La stazione di Piovarolo infatti è piccola e praticamente sconosciuta tanto che i treni non si fermano nemmeno.

La particolarità di Piovarolo – oltre alle piogge torrenziali – è quella di essere un semi deserto. Non ci sono fonti di distrazione, gli abitanti sono pochissimi e chiusi nelle loro piccole idee e persino la compagnia femminile scarseggia. In sostanza la vita nel paesello è frustrante, non c’è un briciolo di speranza o di possibilità di progredire né dal punto di vista lavorativo né da quello famigliare.

Nonostante questo però La Quaglia sarà inconsapevolmente importante in alcuni grandi momenti storici e la sua vita non sarà certo povera di sorprese. In particolare il periodo fascista sarà un momento tragico che segnerà ulteriormente l’esistenza di La Quaglia. E sotto questo punto di vista Totò non rinuncia ad una forte critica verso la politica fascista rendendo questo periodo uno dei più interessanti del film. Sarà infatti ricco di cambiamenti per La Quaglia che metterà su famiglia (anche se sarà più per convenienza da parte di entrambi).

La critica però va anche ad un sistema che non permette alle persone di rellizzarsi nemmeno nelle loro più piccole ambizioni. La storia infatti copre quasi tutta la vita di La Quaglia e lo spettatore ne segue a l’evolversi tra speranze infrante e politici corrotti. In tutto questo il nostro protagonista fa di tutto per cercare di ottenere un trasferimento sognando una vita in una bella città dove poter mettere in pratica le sue competenze e dove potrebbe regalare alla sua famiglia una vita migliore.

Tuttavia la promozione non arriva mai ed ecco che il film si trasforma in una lunga attesa. L’attesa di un colpo di scena, di un cambio di passo. Ma il problema è che dopo il colpo di scena ne arriva un’altro ed ecco che anche questa volta non cambia nulla e siamo costretti ad aspettare la prossima occasione. E così tra una falsa speranza e l’altra passano gli anni e nel frattempo lo spettatore – pur ridendo tantissimo – soffre con il protagonista, vive le sue speranze fino a giungere ad un finale amaro che fa arrabbiare (ma è meglio così).

Nonostante sia un film del 1955 penso che sia una pellicola che è ancora molto attuale e questo – scusatemi se lo dico – è spaventoso. Si, perché vuol dire che nel corso degli anni non è cambiato niente, che l’Italia è ancora quel paese in rovina che non permette di emergere. Vuol dire che dal passato non abbiamo imparato niente e che dietro il nostro perbenismo dell’ultima ora siamo ancora schiavi del nostro vecchio e consunto sistema.

Destinazione Piovarolo quindi non è solo un film, è una denuncia e nello stesso tempo un avvertimento. E’ la voce del passato che descrive il presente, per quanto sia doloroso ammetterlo. Ed ecco che ci rendiamo conto che se i personaggi di questo film sono così vividi è per ché il nostro paese è pieno di La Quaglia e di Piovarolo. Una cosa che dovrebbe allarmarci e che invece viviamo con triste rassegnazione.

In sostanza consiglio a chiunque Destinazione Piovarolo perché ancora oggi è in grado di raccontarci la nostra realtà in modo poetico e divertente, ma senza mezzi termini. Si tratta di una storia realistica, amara ma rivelatoria, che conquista lo spettatore con il suo modo di fare innovativo e con le sue idee all’avanguardia che ancora oggi non abbiamo veramente assimilato.

Bene, la recensione è finita e io sono curiosissima di sapere cosa ne pensate voi! Avete visto Destinazione Piovarolo? Lo vedrete? fatemelo sapere nei commenti! Fatemelo sapere nei commenti! Come sempre vi ringrazio per il tempo che avete dedicato alle mia parole.

Al prossimo post!

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