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Chiamatemi Anna – Recensione Serie TV

Recensione Serie Tv: Chiamatemi Anna
Regia: Moira Walley-Beckett
Interpreti: Amybeth McNulty, Geraldine James, R.H. Thomson, Dalila Bela, Lucas Jade Zumann, Aymeric Jett Montaz, Corinne Koslom, Dalmar Abuzeid, Cory Grüter-Andrew, Kyla Matthews, Miranda McKeon, Glenna Walters, Lia Pappas-Kemps, Jacob Ursomarzo
Genere: Drammatico (?)
Anno: 2017 – 2019

Immagine Di Copertina Del Post: agnesliinnea

Salve a tutti e bentornati in questo mio piccolo angolo di web!

Non sono solita portare due recensioni in una sola settimana ma siccome ho finito Chiamatemi Anna in tantissimo tempo temo che se aspetto ancora un po’ mi dimenticherò le prime due stagioni. Sono sincera mi dispiacerebbe perché questa serie è stata un’avventura meravigliosa che nonostante un finale un po’ affrettato mi ha lasciato davvero tanto.

Questa recensione, proprio perché temo di scordarmi i pezzi, sarà divisa in quattro parti, le prime tre dedicate alle singole stagioni e l’ultima alle conclusioni. Solitamente scrivo le recensioni delle singole stagioni in post diversi ma avendo visto le prime due qualche mese fa non riuscirei a scrivere una recensione lunga e dettagliata per ognuna. Opto quindi per questa serie di mini recensioni, approfittando del fatto che questa serie molto difficile da dividere. ersonalmente l’ho percepita come un’unica grande stagione.

Chiamatemi Anna: Prima Stagione

La prima stagione di Chiamatemi Anna è quella più fedele al libro Anna Dai Capelli Rossi, pur aggiungendo delle varianti. Anna Shirley, orfana cresciuta in orfanotrofio, arriva a casa dei fratelli Marilla E Matthew a causa di un errore. I due, infatti, avevano adottato un maschio e soprattutto Marilla non ha nessuna intenzione di tenerla. Tuttavia anche lei ha un cuore e alla fine Anna resterà. Da lì cominciano le avventure della piccola protagonista, ancora bambina, che finalmente può trovare un po’ di serenità e amore.

Lo ammetto la prima stagione di Chiamatemi Anna non mi ha entusiasmata e sono stata sul punto di abbandonarla. Per quanto segua il romanzo originale si è presa delle libertà di cui sinceramente non sentivo proprio il bisogno. Ci sono personaggi nuovi, nuove disavventure, momenti un po’ forzati e ovviamente non manca un po’ di femminismo spicciolo amalgamato male. L’impressione costante che avuto è che il tutto fosse estremamente disarmonico. Era come se la serie oscillasse costantemente tra il voler mantenere il plot originale e la voglia di modernizzare il tutto. Il risultato è una serie di vicende che non si sposano l’una con l’altra, sono forzate e non mi hanno coinvolta.

Devo dire poi che anche gli interpreti non mi hanno fatto impazzire. L’attore che interpreta Matthew non mi sembrava adatto per la parte e la stessa Anna in molti momenti mi sembrava esagerata anche per il suo personaggio. Ciò che mi ha convinta ad andare avanti sono quelle tematiche che sono state trattate bene (come per esempio le conseguenze di traumi e maltrattamenti), una versione più tragica ma realistica della vita di Anna in orfanotrofio, il personaggio di Marilla – veramente fantastica in questa serie – e il modo in cui viene rappresentata la crescita di Anna e dei ragazzi di Avonlea (uno dei punti forti delle stagioni successive).

E poi, sì, anche le opinioni molto positive lette in giro per la rete. Avevo letto bellissime recensioni su Chiamatemi Anna e così, nonostante fossi rimasta piuttosto annoiata dalla prima stagione e anche un po’ sorpresa dal modo in cui aveva cambiato il corso della storia originale ho deciso di dare una possibilità alla seconda. E non me ne sono affatto pentita, perché dalla seconda stagione in poi ho amato questa serie.

Seconda Stagione

La seconda stagione riparte più o meno da dove era finita la prima, inserendo però nuovi personaggi che nel corso delle puntate ho amato. Tra corse all’oro, personaggi inquietanti, viaggi per il mondo e molto altro Anna continua il suo percorso dimostrandoci che piano piano sta entrando nell’età adolescenziale.

La seconda stagione di Chiamatemi Anna è il vero gioiello di questa serie. Perfettamente equilibrata in tutto, entusiasmante, ricca di nuovi personaggi è una di quelle storie che non posso non amare. E infatti ho letteralmente divorato gli episodi in un weekend perché non riuscivo a staccarmi dalle avventure di Anna, Diana (grandissimo personaggio) e di tuti i ragazzi e gli adulti che abitano Avonlea. La nuova sottotrama è una chicca che aggiunge suspence alla serie e ben si sposa con tutto il resto.

Tornano poi alcune tematiche della prima stagione, qui però trattare meglio e con più delicatezza. Famiglia, amicizia, convenzioni sociali, pregiudizi, viaggi… ce n’è per tutti i gusti. In particolare, però, questa è la stagione in cui Anna e Diana (ma anche le altre protagoniste) cominciano ad intraprendere la strada che le porterà nella fase dell’adolescenza e della ribellione. Inizia quindi un lungo cammino nel quale questa nuova generazione si stacca dalle idee retrograde di quelle precedenti e riflette sulla società della sua epoca, acquisendo nuove consapevolezze, e parlando più apertamente anche del mondo dell’amore.

Sotto questo punto di vista, per me, è decisamente migliore della prima: in una serie puoi dire tutto quello che vuoi ma se la ambienti in un determinato periodo storico devi inserire bene i temi attuali nel contesto. Fortunatamente questa seconda stagione ci riesce e si allarga anche ad altre tematiche dando più spazio anche alle storie degli adulti. La serie quindi si allontana dal target iniziale per abbracciare un pubblico decisamente più ampio. Tra l’altro penso che le storie dei nuovi personaggi adulti siano tra le più belle che abbia visto in una serie e sono un valore aggiunto per una storia che altrimenti sarebbe stata davvero troppo relegata al suo target.

Sotto questo punto di vista ho trovato molto interessante l’approfondimento fatto su Marilla Matthew di cui finalmente conosciamo il passato. Il loro rapporto è molto bello e nel corso degli anni si è sempre rafforzato. Crescere Anna, ovviamente, sarà una sfida e spesso litigheranno ma con il tempo la bambina li unirà e li aiuterà a liberarsi di alcuni blocchi che li hanno messi in difficoltà per tutta la vita. Il loro ruolo sarà poi fondamentale nella ricerca di Anna, che ama la sua nuova famiglia ma sente il bisogno di conoscere le proprie origini. Questo è un altro argomento fondamentale della serie ed è trattato molto bene.

Dopo aver visto la prima stagione di Chiamatemi Anna, sono rimasta molto sorpresa da questo seguito così riuscito. Gli attori sono perfetti per la parte, tutto funziona e in pochissimo tempo sono stata contenta di non aver mollato. Ho iniziato la terza poco tempo dopo!

Chiamatemi Anna: Terza Stagione

La stagione finale di Chiamatemi Anna ci catapulta un po’ più avanti nel tempo. Anna è ormai una ragazza, presto terminerà la scuola e deve affrontare molti cambiamenti sia per quanto riguarda il suo percorso scolastico che la sua vita personale e romantica. Con l’abbandono dell’infanzia si rende conto del fatto che alcune cose non hanno più molta importanza e comincia a pensare a cosa vuol fare del suo futuro.

La terza stagione di questa serie è anche quella conclusiva. Ed è una buona conclusione. Non ottima, perché a causa della chiusura prematura della serie molte storie rimangono aperte ma nel complesso è un’altra carrellata di puntate molto emozionanti. Se nelle precedenti stagioni è stato bello vedere la crescita di tutti i personaggi, qui è ancora più emozionante ritrovare le nostre protagoniste e vederle affrontare le sfide che la loro epoca metteva davanti alle giovani donne.

Le ragazze infatti, non potranno più limitarsi solo a parlare di determinati argomenti, ma dovranno lottare per la propria libertà, per l’identità che non vogliono mettere in secondo piano e anche per svecchiare le idee della cittadina di Avonlea. Tramite il giornalino scolastico – un’evoluzione del club del racconto visto nelle serie precedenti – intraprenderanno un Cammino per conoscere quali siano i loro veri valori e per difendere la libertà di stampa e d’opinione da chi vorrebbe ammutolire chiunque non sia leale ai valori del passato (in particolare quelli legati alle donne, viste solo come mogli e madri).

Nel frattempo continuano le storie degli adulti che si incontrano e si scontrano con le nuove generazioni, con loro stessi e con un mondo che sta cambiando. Non è facile per tutti coloro che sono ancora legati agli ideali del passato ma con il tempo anche i più scettici si renderanno conto che il cambiamento è inevitabile. Questa è una delle parti migliori della serie, quella che si basa sulle lotte degli studenti (e non) per un’ Avonlea migliore, più inclusiva e più comprensiva nei confronti del prossimo.

Per quanto riguarda Anna, invece, la nostra protagonista affronta i suoi traumi e intraprende finalmente il viaggio per far luce sulle proprie origini. Non è una grande avventura in senso stretto e purtroppo Anna non troverà tutte le informazioni che sperava ma grazie a Marilla e Matthew avrà quello che stava cercando: la conferma che i suoi genitori la amavano e che non l’avrebbero mai abbandonata. In questo modo la giovane si libera finalmente quel timore di non meritare amore che l’ha inseguita per tutta la serie e comincia la sua nuova vita con una maggiore consapevolezza di sé stessa. Dopo un lungo viaggio è pronta per diventare la donna che vuole essere… e anche per accettare il suo amore per Gilbert.

Quello che mi è spiaciuto di questa stagione, invece, sono tutte le storie che sono rimaste incompiute. Nel corso delle puntate, infatti, si sono aperte tantissime linee narrative e sottotrame che ormai erano importanti quanto quella principale. Più che Chiamatemi Anna, questa serie potrebbe tranquillamente chiamarsi Cronache Di Avolnlea visti tutti i personaggi che segue ed è un vero peccato che molte di queste storie siano rimaste senza finale. In particolare mi è dispiaciuto per la vicenda di Ka’kwet, bambina che fa parte del popolo Mi’kmaq e che deciderà di andare in una scuola residenziale per i figli di indigeni canadesi (che poi si rivelerà una sorta di centro di rieducazione simile ad una prigione). La sua vicenda era una delle più tristi e interessanti ma non sapremo mai come andrà a finire perché è rimasta in sospeso.

Ecco, ciò che mina un po’ la bellezza di Chiamatemi Anna è questo: è stata cancellata prima del tempo e si sente che la conclusione è affrettata. E no, non ci sarà un seguito😔. Un vero peccato perché con tutte le questioni rimaste aperte si sarebbe potuto raccontare davvero tanto. Tuttavia posso dire che la terza stagione – pur essendo un po’ sotto tono rispetto alla seconda – è molto bella e rimane comunque una buona conclusione per le avventure di Anna e di tutte le persone che l’hanno accompagnata nel suo percorso di crescita.

Conclusioni

Chiamatemi Anna è davvero una bella serie che secondo me vale la pena di seguire. Ha saputo reinventare e il personaggio di Anna Dai Capelli Rossi senza snaturarlo e nello stesso tempo ha riadattato la sua storia rendendola più attuale. In più ha il pregio di aver inserito nuovi personaggi molto interessanti e di aver reso tridimensionali quelli che erano già presenti nel romanzo originale. Un grandissimo lavoro, per esempio, è stato fatto su Marilla che mi ha conquistata con il suo carattere orgoglioso ma anche incline al cambiamento.

Come altra nota di merito, poi, ho trovato che sia stato fatto un lavoro eccellente per quanto riguarda i rapporti tra i personaggi. Sono veritieri perché spesso non sono etichettabili e quindi possono mostrare tutte le loro sfumature. Ho apprezzato molto la scelta di non far passare dei personaggi per buoni e altri per cattivi, neppure con quelli più insopportabili. Ognuno ha le sue ragioni, le sue idee e a parte qualche rara eccezione si ha la possibilità di empatizzare con tutti.

Nel complesso, quindi, posso dire che ho amato questa serie e in particolare la seconda è stato un viaggio meraviglioso. Non sono mancate tragedie, problemi ma neppure risate e spensieratezza! Il tutto è stato incorniciato da una cura per i dettagli eccelsa che ben si sposa con una palette che rende al meglio l’atmosfera di questo piccolo mondo così ricco di persone e di vita. Se ne avete l’occasione quindi date una possibilità a Chiamatemi Anna! Non ve ne pentirete! La trovate intera su Netflix mentre su RaiPlay è disponibile la prima stagione.

Bene anche questo post è finito e io sono curiosissima di sapere cosa ne pensate voi! Avete visto Chiamatemi Anna? Lo vedrete? Fatemelo sapere nei commenti! Come sempre vi ringrazio per il tempo che avete dedicato alle mie parole. Colgo anche l’occasione per ringraziarvi dei bellissimi commenti che mi avete lasciato in queste settimane e per scusarmi del ritardo con le risposte e con i commenti sui vostri blog. Purtroppo non sempre riesco a rispondere subito, ma in questi giorni rispondo e arrivo a leggere tutto.

Al prossimo post!

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Silvia
1 anno fa

Non l’ho vista anche se da anni dico di farlo 🤦

Gresi
1 anno fa

Anche a me è piaciuta tantissimo! Vista oramai due anni fa, mi coninvolse a tal punto da leggere i romanzi. Al momento ho letto solo il primo volume, ma pian pianino recupererò 🙂

Lyra
1 anno fa

Bella bella! Ho visto le stagioni quando erano appena uscite, molto in sordina, e le ho adorate! A me in realtà è piaciuta molto anche la prima, proprio perchè fedele al romanzo (il cartone non mi era piaciuto altrettanto). Condivido la maggior parte dei tuoi pensieri sulle varie serie, anche sul femminismo un po’ spicciolo di alcune puntate. Quanto alla vicenda di Ka’kwet, io l’ho vista come una “seconda Anna”, come per dire che per una bambina che ha ritrovato il suo passato il mondo ne ha subito creata un’altra. Una specie di avvertimento, diciamo. Ma ovviamente è solo una mia opinione.
Io sono felice che non ci siano state altre stagioni, secondo me avrebbero rovinato quello che è stato obiettivamente un ottimo lavoro, una serie tv che poteva essere vista e amata da donne e ragazzine allo stesso modo!
Aggiungo una piccola postilla: io ho letto tutti e sette i libri della saga di Anna scritta dalla Montgomery. A parte il primo e parzialmente il secondo, gli altri non solo non c’entrano niente con il telefilm… ma non c’entrano quasi più niente manco con Anna, raccontando di settemila altri personaggi collaterali. Per cui ecco, forse un po’ per tutto la brevità porta alla qualità! 🙂

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