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Atlantis – L’Impero Perduto – Recensione

Recensione Film D’Animazione: Atlantis – L’Impero Perduto
Regia: Gary Trousdale, Kirk Wise
Genere: Animazione, Classico Disney
Anno: 2001

Salve a tutti e bentornati in questo mio piccolo angolo di web!

Oggi, dopo un bel po’, torniamo a parlare di film Disney con Atlantis – L’Impero Perduto, un classico della casa di Topolino decisamente sottovalutato. Una storia innovativa, ricca di avventura e tematiche attuali perfetta per i bambini ma anche per gli adulti.

Milo, giovane impacciato, lavora in un museo e nel frattempo cerca di convincere i professori della sua università dell’esistenza di Atlantide. Ovviamente nessuno gli crede ma grazie ad un amico di suo nonno e ad un misterioso libro potrà finalmente prendere parte ad una vera e propria spedizione. Tutto procederà per il meglio all’inizio ma successivamente la squadra incaricata per la spedizione si rivelerà molto diversa rispetto alle apparenze. Il giovane protagonista dovrà quindi farsi coraggio e combattere per salvare Atlantide e la sua principessa, Kida.

Atlantis – L’Impero Perduto è un film d’animazione che ha saputo osare e forse proprio per questo non è piaciuto. Al contrario di molti altri classici Disney, infatti, l’intento di portare sullo schermo qualcosa di nuovo è non palese. Le differenze con gli altri cartoni sono molte, a cominciare dal protagonista che non rientra propriamente nei canoni dell’eroe.

Milo, infatti, è un uno studente impacciato, goffo e che ne combina sempre di tutti i colori. La sua insicurezza è così radicata che nemmeno nel suo campo – Atlantide e la sua storia – riesce a dare il meglio di se. Il suo problema maggiore è che non sa farsi rispettare e nonostante sia effettivamente l’unico a poter guidare la spedizione spesso viene trattato come un peso. Nonostante questo però dimostra fin da subito di essere una persona molto empatica e legata ai propri ideali.

La versa svolta però l’abbiamo con Kida e in generale con tutto il popolo di Atlantide. La giovane principessa, infatti, è una guerriera, una persona che è stata abituata a lottare per sopravvivere anche a causa della crisi energetica che sta consumando la città. Proprio per questo è anche una principessa che è abituata ad avere a che fare con la politica di Atlantide, che si preoccupa per le sorti del popolo e gira per la città come una qualsiasi altra persona. Kida è quindi un personaggio molto diverso dalle altre principesse, pur mantenendone la dolcezza (alla quale aggiunge anche un’indole curiosa e combattiva).

C’è poi da dire che in generale tutto il popolo di Altantide è molto fuori dalle righe. Fin dall’inizio viene detto chiaramente che gli atlantidei hanno fatto anche cose di cui non possono andare fieri e si configurano quindi come una popolazione dal passato turbolento, segnato dalla lotta per la sopravvivenza e da scelte sbagliate. La stessa cosa avviene nella squadra di Milo: anche qui infatti ci troviamo davanti a personaggi controversi.

Dico controversi perché nella realtà solo due di loro possono considerarsi villain: il comandate Lyle e il tenete Helga. Sono infatti gli unici due personaggi a dimostrare di non avere uno straccio di ideale. Tutto ciò che gli interessa, infatti, è il denaro e sono disposti a qualsiasi cosa per averlo. Il resto della squadra invece ha fatto cose non proprio ammirevoli, ma avrà la sua possibilità di redimersi.

Quello però stupisce ancora di più è proprio la caratterizzazione dei villain. Non si parla infatti di regine cattive invidiose o di stregoni assetati di potere, ma semplicemente di persone che vogliono fare soldi facili. Una cosa che riporta il tutto ad una dimensione molto realistica e meno magica. Gli stessi combattimenti hanno ben poco di magico e stranamente non sarà la magia a salvare la situazione. Sarà Milo, anche lui un essere umano comune come i cattivi. Uno scontro alla pari, basato solo sull’astuzia dove non vince la magia e neppure l’eroismo ma semplicemente trionfano gli ideali.

Detto questo mi rendo conto perché il film all’epoca non fosse piaciuto. Oltre ad una grafica alquanto insolita aveva avuto il coraggio di prendere la verità e sbatterla in faccia agli spettatori. Quale sarebbe questa verità? Che la cattiveria si nasconde bene e che non si trova solo nelle fiabe, ma anche nel mondo reale, quello che viviamo tutti i giorni. Un messaggio duro da accettare – per di più in un film per bambini – che non possiamo che trovare estremamente veritiero.

In sostanza quindi Atlantis – L’Impero Perduto è un film che non solo merita una visione ma merita veramente di essere rivalutato insieme a cartoni come Taron E La Pentola Magica e Il Pianeta Del Tesoro. Una storia innovativa, diversa ma proprio per questo assolutamente da non perdere.

Bene, la recensione è finita e io sono curiosissima di sapere cosa ne pensate voi! Avete visto Atlantis – L’Impero Perduto? Lo vedrete? Fatemelo sapere nei commenti! Come sempre vi ringrazio per il tempo che avete dedicato alle mie parole.

Al prossimo post!

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